Alberi abbattuti a Milano presso l'oasi di via Scaldasole, i residenti: «Nessuno si è neanche degnato di avvertirci»

Ennesimo caso di taglio di piante storiche nel capoluogo lombardo, l'assessore Elena Grandi replica: «gli alberi abbattuti sono solo tre, dei vecchi ailanti pericolanti che tra l’altro sorgevano irregolarmente a meno di tre metri dalle facciate esterne delle abitazioni»

L'Oasi Scaldasol

L'Oasi Scaldasol

Il Comune di Milano ha disposto l'abbattimento degli alberi nel Giardino di via Scaldasole, una piccola oasi verde situata all'angolo con corso di Porta Ticinese. L'area, considerata un'oasi di pace, è stata teatro della rimozione di diverse piante, alcune delle quali con decenni di storia alle spalle. I cittadini denunciano l'ennesimo attacco al verde urbano, una situazione che si ripropone con preoccupante frequenza nel capoluogo lombardo.

I residenti della zona di via Scaldasole su Corriere.it hanno espresso il loro sdegno per l'abbattimento degli alberi, sottolineando l'importanza storica e ambientale delle piante rimosse. Alcuni alberi erano considerati monumenti verdi, testimoni silenziosi di molte generazioni. «Ho visto le motoseghe in azione e ho provato una grande rabbia — attacca Luca Greco, residente in via Scaldasole —, ho piantato io questi alberi anni fa, spendendo più di diecimila euro in sementi. Era diventato un angolo di paradiso, erano arrivati persino alcuni scoiattoli». Greco — tra i promotori con Legambiente di una petizione che nel 2018 aveva impedito che al posto del giardino sorgesse un cantiere edilizio — teme ora che i frutti del suo impegno possano essere rovinati, letteralmente: «Vedere una decina di alberi tagliati all’improvviso è traumatico. Nessuno si è neanche degnato di avvertirci».

Milano, purtroppo, non è nuova a simili eventi. Negli ultimi anni, diversi quartieri hanno assistito alla scomparsa di alberi storici in nome di progetti urbanistici e di ristrutturazione. Le proteste dei cittadini, spesso, si scontrano con le decisioni amministrative, portando a un clima di tensione e sfiducia verso le istituzioni.

Le autorità locali, dal canto loro, giustificano queste operazioni come necessarie per la sicurezza e il miglioramento delle infrastrutture, ma per i milanesi la perdita del verde urbano rappresenta un danno inestimabile, sia per la qualità della vita che per il patrimonio storico della città.Secondo l'assessora al Verde, Elena Grandi, l’abbattimento degli alberi è precondizione affinché lo spazio — attualmente di proprietà di operatori immobiliari privati che ne hanno concesso l’uso in comodato all’associazione Civici — torni a essere appannaggio del Comune, che lo aveva dismesso nel 2010 e che lo acquisirà nuovamente dopo lo spostamento dei diritti volumetrici all’ex Garage Sanremo in via Zecca Vecchia. «Il giardino resterà — rassicura Grandi —, gli alberi abbattuti sono solo tre, dei vecchi ailanti pericolanti che tra l’altro sorgevano irregolarmente a meno di tre metri dalle facciate esterne delle abitazioni».

I cittadini chiedono maggiore trasparenza nelle decisioni e un maggior impegno nella tutela del verde urbano. Proposte di piantumazione e di creazione di nuove aree verdi non riescono a placare del tutto l'amarezza per la perdita di alberi che rappresentano un pezzo di storia della città.