Il Parrocchetto dal collare nel nostro territorio nidifica nelle Oasi Carengione e Levandina |Gallery|
Il pappagallo originario dell’Africa centrale e dell’Asia, è lungo 40 cm. circa, pesa 130 gr. da adulto e può vivere fino a 30 anni

23 settembre 2019

Walter Ferrari Tel. 339.76.15.179 E-mail [email protected]
Molti anni fa quando ero bambino, avevo circa 10 anni, i miei genitori Luigi e Teresina mi portarono a visitare lo zoo di Milano, allora situato nei giardini pubblici di Via Palestro, dove era stato realizzato nel 1923 e poi chiuso definitivamente nel 1992. Naturalmente mi piacevano tutti gli animali, ma ricordo che rimasi colpito da alcuni piccoli e variopinti pappagalli che liberi svolazzavano sulle fronde degli alberi del parco, molto rumorosi e chiacchiericci .
Allora non sapevo che si trattava del Parrocchetto dal collare. A partire da una ventina di anni fa questi uccelli alloctoni si sono propagati anche dalle nostre parti, al punto che ho assistito, in Aprile di quest’anno, alla loro nidificazione nell’Oasi Carengione di Peschiera Borromeo e nell’Oasi Levandina di San Donato Milanese, in due vecchi nidi di picchio.
Il Parrocchetto dal collare ( Psittacula krameri), originario dell’Africa centrale e dell’Asia, è lungo 40 cm. circa, pesa 130 gr. da adulto e può vivere fino a 30 anni. E’ caratterizzato da una livrea verde con sfumature azzurre sulle ali, becco arancione-rosso e zampe grigio. Sulla nuca presenta una macchia violacea che viene delimitata nella parte inferiore da un semicollare rosa piuttosto sottile, che si congiunge ad entrambe le estremità a due sottili fasce nere che partono dalle guance. Questo è proprio il famoso collare che è la caratteristica peculiare di questo pappagallo.
Questi uccelli sono affetti da dimorfismo sessuale, il che significa che il loro sesso può essere riconosciuto guardando i colori delle piume. La femmina e i giovani non hanno l’anello nero, il semicollare rosato e non presentano la macchia violacea sulla nuca. I giovani hanno il becco color rosa corallo con la punta pallida, essi ottengono il loro piumaggio adulto dopo la seconda muta completa a circa 3 anni d’età. Quando è in volo, le penne delle ali e della coda mettono in mostra un giallo brillante che è visibile solo dal basso.
In natura il Parrocchetto dal collare si nutre di semi di cereali ( sorgo, lenticchie, mais, riso e grano) gemme, bacche e frutta. La stagione riproduttiva è compresa tra maggio ed agosto. Nella parata nuziale il Parrocchetto maschio utilizza una lunga serie di messaggi, tra cui svolazzare e posarsi di continuo allargando le penne della coda, imbeccando la femmina e sistemandole le penne del capo. Dopo l’accoppiamento le femmina depone nella cavità di un albero da 3 a 5 uova che cova da sola, per circa 22-24 giorni. I piccoli sono nutriti da entrambi i genitori per circa 45 giorni, dopo di che sono in grado di abbandonare il nido. Il Parrocchetto dal collare è un pappagallo molto diffuso in natura, dall’Africa centrale, all’India fino alla Cina. In Europa esistono colonie in Inghilterra ed in Italia è ormai diffuso in tutta la penisola con popolazioni riproduttive nella maggior parte delle regioni, colonizza parchi e giardini, soprattutto se adiacenti a centri abitati. Ma, in quanto alloctona, questa specie in crescita costante potrebbe creare qualche fastidio ai nostri ecosistemi: infatti compete attivamente per la contesa dei nidi con alcune specie autoctone come l’Assiolo e il Picchio muratore. Ma come riescono questi animali, originari di climi più caldi dei nostri, ad avere così successo nelle nuove aree colonizzate? Recenti ricerche dimostrano come la presenza di mangiatoie per uccelli in parchi e giardini fornisca un aiuto non indifferente per il sostentamento delle colonie. I Parrocchetti potrebbero aver trovato la soluzione, oltre che per superare i rigidi inverni tipici dell’Europa, anche per nutrire al meglio la prole durante il periodo riproduttivo, aumentando il numero di nidiacei che raggiungono l’età adulta. Il Parrocchetto dal collare, per la sua bellezza, per la sua intelligenza e per la capacità di riprodursi in cattività, è anche il pappagallo tra il più allevato. Si lascia addomesticare facilmente ed è molto abile nell’imitare la voce umana.
Testo e foto di Walter Ferrari
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23 settembre 2019