Operazione antiterrorismo a Milano: arrestato cittadino turco 38enne implicato in attentati
Indagini coordinate tra Milano, Como e Roma smascherano una rete criminale coinvolta in traffico d'armi, immigrazione clandestina e atti terroristici in Europa e in Turchia
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27 febbraio 2025
La Polizia di Stato di Milano, su incarico della Procura, Sezione Distrettuale Antiterrorismo, ha disposto un provvedimento cautelare nei confronti di un cittadino turco 38enne residente in Italia. L’uomo è indagato per presunta appartenenza a un’organizzazione criminale transnazionale, accusata di reati gravi che spaziano dal traffico internazionale di armi alla detenzione abusiva, passando per il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, omicidi e atti terroristici.
Le indagini, condotte in sinergia con le squadre della Sisco di Milano, della Squadra Mobile di Como e il Servizio Centrale Operativo di Roma, hanno messo in luce un’associazione prevalentemente composta da cittadini turchi. Questa rete, accusata di essere una vera e propria banda armata con finalità terroristiche, è legata a un'organizzazione che ha operato in diversi Paesi europei. In particolare, è stato evidenziato il coinvolgimento del gruppo in un omicidio avvenuto a Berlino il 10 marzo, e la pianificazione di un attentato in Turchia (un'azione sventata all'ultimo momento) contro una fabbrica di alluminio tra il 19 e il 20 marzo, utilizzando armi ad elevata potenza di fuoco.
Le indagini hanno inoltre documentato come il capo dell’organizzazione, arrestato lo scorso 22 maggio insieme ad altre venti persone in una vasta operazione congiunta che ha interessato anche Svizzera, Bosnia e Olanda, continuasse a dirigere il gruppo dalla sua casa, nonostante fosse sottoposto a misure restrittive per detenzione e porto abusivo di armi. Secondo gli inquirenti, dai domiciliari il leader avrebbe coordinato traffici illeciti di sostanze stupefacenti e armi, oltre a gestire il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina lungo la rotta balcanica.
Ulteriori elementi emersi durante le indagini rivelano che, nonostante il regime 41 bis, il “boss” ha continuato a impartire ordini ai membri della rete tramite messaggi scritti consegnati durante colloqui in carcere, avvalendosi anche del supporto di un familiare, attualmente richiedente asilo, per mantenere i contatti con l’organizzazione.
Infine, è emerso che il 38enne arrestato faceva parte di un gruppo giunto in Italia intorno alla metà dello scorso anno, incaricato di proteggere il leader della rete da possibili attacchi di gruppi rivali e di sostenere le sue esigenze economiche, organizzative e logistiche.
Le autorità continuano a lavorare per smantellare l’intera rete, ritenuta responsabile di reati con implicazioni internazionali e di un impatto significativo nel contrasto al terrorismo e al traffico illecito di armi.
27 febbraio 2025