Il decreto "Salva Milano": impatto sulla città e le contraddizioni interne alla sinistra. Truppo (FdI): «Il Pd chiarisca o noi voto contro»»

Il decreto "Salva Milano" è al centro di un acceso dibattito politico e urbanistico, che corre sulla tratta Milano-Roma. Tensioni all'interno del Partito Democratico (PD) e della maggioranza a sostegno del sindaco Sala. Guarda il video.

Riccardo Truppo

Riccardo Truppo Capogruppo di Fratelli d'Italia al Consiglio comunale di Milano (MIANEWS)

Le dichiarazioni del capogruppo di Fratelli d'Italia Riccardo Truppo

Origini e obiettivi del decreto

(MIANEWS) Il provvedimento nasce con l'intento di sbloccare circa 150 cantieri sequestrati dalla Procura di Milano per presunti abusi edilizi. Questi interventi, spesso qualificati come "ristrutturazioni", prevedevano la demolizione di edifici esistenti e la costruzione di nuovi immobili con volumetrie e altezze significativamente superiori, talvolta superando gli 80 metri. La Procura ha contestato l'uso della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) per tali progetti, ritenendo necessaria una pianificazione più dettagliata. Il decreto mira a fornire un'interpretazione autentica delle normative urbanistiche, consentendo interventi di demolizione e ricostruzione con caratteristiche diverse dagli edifici originali, purché rispettino le procedure abilitative e i vincoli volumetrici previsti dalla legislazione regionale o dagli strumenti urbanistici comunali.

La posizione del sindaco Giuseppe Sala

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha difeso con forza il decreto, sottolineando l'importanza della rigenerazione urbana per la città. In un'audizione al Senato, Sala ha dichiarato: «Questo disegno di legge di cui si discute dovrebbe avere il pregio di salvaguardare le esigenze di semplificazione e di promozione degli interventi di recupero, però serve anche a stabilire dei confini precisi alla discrezionalità degli uffici tecnici e dei Consigli comunali. Non c'è nessun salvacondotto, non c'è un liberi tutti: vorrei che questo punto fosse molto chiaro».

Sala ha inoltre evidenziato le conseguenze economiche del blocco edilizio, menzionando una perdita di 165 milioni di euro in oneri di urbanizzazione nel 2024 e il rischio di perdere 3.000 posti di lavoro. Ha ribadito che le pratiche urbanistiche adottate dal Comune negli ultimi 13 anni, iniziate sotto l'amministrazione di Giuliano Pisapia, hanno portato a una significativa riqualificazione della città, con 20 milioni di metri quadrati rigenerati.

Le contraddizioni interne al PD

All'interno del Partito Democratico emergono posizioni divergenti riguardo al decreto. Mentre alcuni esponenti sostengono la necessità di una semplificazione normativa per favorire la rigenerazione urbana, altri esprimono preoccupazioni riguardo a possibili deroghe che potrebbero favorire speculazioni edilizie. Queste tensioni mettono in luce una spaccatura nel partito tra chi sostiene una visione progressista dello sviluppo urbano e chi teme possibili impatti negativi sul tessuto sociale e ambientale della città.

Critiche dell'opposizione cittadina

Fratelli d'Italia (FdI) ha espresso riserve sul decreto, chiedendo una posizione chiara da parte del centrosinistra. Riccardo Truppo, capogruppo di FdI in Comune, ha dichiarato: «Noi chiediamo che i leader nazionali dei partiti che siedono nella maggioranza di Palazzo Marino o i capigruppo al Senato si esprimano in maniera univoca rispetto alla volontà di approvare questa norma, che ormai è chiamata da tutti Salva Milano o Salva Sala». Ha aggiunto che, in assenza di una dichiarazione congiunta a livello nazionale da parte dei partiti che sostengono la maggioranza Sala, FdI non voterà la norma in Senato.

Anche la Lega ha criticato l'ambiguità del PD riguardo al decreto. In una nota, il gruppo consiliare della Lega a Palazzo Marino ha affermato: «Il Partito Democratico deve fare chiarezza sul Salva Milano: o sostengono la norma oppure sfiducino il Sindaco Sala e la sua maggioranza». La Lega ha sottolineato che il PD, pur governando la città da anni, continua con la sua ambiguità sulla norma proposta per salvare Milano.

Una svolta cruciale per il futuro urbanistico di Milano

Il decreto "Salva Milano" rappresenta un punto di svolta cruciale per il futuro urbanistico della città. Mentre da un lato si evidenzia la necessità di sbloccare cantieri e favorire la rigenerazione urbana, dall'altro emergono preoccupazioni riguardo a possibili speculazioni edilizie e impatti sul tessuto sociale. Le tensioni all'interno del Partito Democratico riflettono le sfide nel bilanciare sviluppo e sostenibilità, evidenziando la complessità delle decisioni politiche in materia urbanistica.