Borghetti (Pd): «1,5 milioni di visite oltre i tempi. Regione sostenga il pubblico e chieda al privato di fare anche le prestazioni meno remunerative»
Diverse Asst che non si parlano tra loro: «È una cosa inconcepibile nel 2023 in Lombardia. A dimostrazione di quanto il governo regionale sia stato inadeguato in tutti questi anni».

Carlo Borghetti Consigliere regionale Pd
«Vogliamo svolgere a
pieno il nostro ruolo e siamo qua per ascoltare l’assessore, ma anche per fare
proposte. I numeri ci confermano che le nostre osservazioni critiche erano e
sono fondate: le Delibere regionali per affrontare il tema delle lunghe liste
d’attesa sono state meno di un pizzicotto al problema, altro che una scossa: il
pubblico va sostenuto di più e agli erogatori privati accreditati va chiesto di
concorrere maggiormente alla soluzione del problema, erogando anche le
prestazioni meno remunerative», lo ha detto Carlo Borghetti, consigliere regionale del Pd e capogruppo in
Commissione Sanità, questo pomeriggio, durante l’audizione dell’assessore al
Welfare Bertolaso proprio sul tema delle liste d’attesa.
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«A oggi, stando ai numeri citati da Bertolaso, usando una stima parametrica, stiamo parlando per la Regione di circa un milione e mezzo di visite all’anno erogate oltre la soglia di tempo prevista dalle prescrizioni: siamo ben lontani dal vedere passi in avanti significativi e ai lombardi non resta che pagarsi le visite privatamente, se possono», ha aggiunto il dem.
«Ci sono due questioni
fondamentali che dipendono dalla Regione e che vanno risolte: la diversità di
comportamento tra erogatori pubblici e privati accreditati e l’agenda unica
regionale delle prenotazioni, che dopo tanti anni di fatto ancora non esiste,
non solo tra pubblico e privato, ma anche tra le stesse strutture pubbliche,
come ci ha spiegato l’assessore - ha proseguito Borghetti –. Il comportamento diverso è sancito per
esempio dai dati sulle prestazioni per cui si chiedeva un incremento con le
ultime delibere: dalle slide che Bertolaso ci ha mostrato si è visto che il
lieve aumento di prestazioni che si è riusciti a ottenere è stato più
consistente nel pubblico che nel privato: perché la Regione non fa lavorare gli
erogatori privati su tutte le prestazioni? Su questo Bertolaso non ha parlato
di obiettivi, esattamente come i suoi predecessori».
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Il motivo del diverso comportamento tra pubblico e privato,
spiega il capodelegazione dem, sta «nella
remuneratività delle visite e della diagnostica, perché il privato tende a
preferire le prestazioni più remunerative e se ha fatto meno prime visite del pubblico,
per esempio, è perché addirittura rischia di perderci. Ma siccome lavora con i
soldi pubblici, gli va chiesto di avere gli stessi doveri degli erogatori
pubblici».
Fondamentale, per Borghetti e il Gruppo regionale del Pd,
anche il tema dei sistemi informatici delle diverse Asst che non si parlano tra
loro, secondo quanto detto dall’assessore: «È
una cosa inconcepibile nel 2023 in Lombardia. A dimostrazione di quanto il
governo regionale sia stato inadeguato in tutti questi anni».
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Borghetti conclude poi ponendosi una domanda: «Leggiamo dalla stampa che Bertolaso vuole
ricorrere a consulenti che lavorarono in Regione ai tempi di Formigoni e come
minimo questo significa almeno una cosa precisa: riconoscere che le riforme di
Maroni e Fontana-Moratti non hanno funzionato. Ma funzionerà il ritorno al
passato?».