Peschiera, esiste un regolamento di partecipazione che viene rinnegato ogni qual volta ci sia una petizione popolare: un bel due di picche e via…
Per le petizioni con almeno duecento firme, è obbligo avviare l’Iter con le commissioni competenti per arrivare a rispondere ai cittadini sul merito dell'istanza

20 febbraio 2019
L'opinione di Giulio Carnevale
Le norme del Regolamento di partecipazione, fiore all’occhiello della lista civica Peschiera Bene comune, componente della maggioranza, quando si tratta di petizioni popolari non vengono mai applicate. Sia che si tratti di aree cani, di campi sportivi, o di centri sanitari. La risposta ai cittadini sottoscrittori delle petizioni popolari, dovuta a termini di regolamento, entro 60 gg, in seguito ad un’istruttoria con le commissioni competenti non giunge mai.
Non solo il sindaco e la giunta non rispondono, ma anche i consiglieri di maggioranza, in sfregio ai proclami di partecipazione partecipata, si adeguano. Neanche una mozione come quella presentata da Luigi Di Palma il giorno 19 febbraio che chiedeva il rispetto del regolamento viene presa sul serio. Come se il rispetto delle regole non valesse per loro ma solo per i cittadini trattati come "sudditi". Occorre però ricordare alla maggioranza che non sono i padroni di Peschiera Borromeo, ma sono solo chiamati ad amministrare per cinque anni la città. Un’inusuale modo di rapportarsi con i propri cittadini, snobbare le loro istanze, senza rispondere direttamente, è un po’ come stare su un pulpito troppo alto ad impartire lezioni, vengono le vertigini e si perde di vista il contatto con la realtà.
20 febbraio 2019