Milano, gli inquirenti risolvono il giallo del barista cinese assassinato in Piazza Angilberto II, nel dicembre di due anni fa

Il barista ucciso da un cliente ossessionato da una presunta truffa con un Gratta & Vinci, una vendetta pianificata per anni: così è stata spezzata la vita di Ruiming Wang

Il Bar Milano gestito dal 35enne Ruiming Wang

Il Bar Milano gestito dal 35enne Ruiming Wang Foto MIANEWS

La vittima e il carnefice

Ruiming Wang, trentacinquenne di origine cinese, era il proprietario del «Bar Milano» in piazza Angilberto II, nel quartiere Corvetto di Milano. Amichevolmente chiamato Paolo dai suoi clienti, era conosciuto per la gentilezza e la dedizione al lavoro. La sua vita è stata brutalmente interrotta il 19 dicembre 2022, quando Oronzo Pede, un uomo di 73 anni, lo ha freddato con sette colpi di pistola.

L’assassino, un ex imprenditore edile originario di Lecce, era un uomo sopraffatto dai debiti e dagli errori finanziari. Tuttavia, nella sua mente, la rovina della sua esistenza era legata a un episodio del 2017: un Gratta e Vinci acquistato nel bar di Wang che, a suo dire, sarebbe stato vincente, ma che il barista gli avrebbe negato.

L’ossessione e la pianificazione del delitto

La storia di questo omicidio è il risultato di una lenta discesa nella paranoia. Pede, convinto di essere stato defraudato, ha trascorso anni a pianificare una vendetta dettagliata. Documenti trovati nel suo computer rivelano una mente ossessionata dall’episodio, in cui credeva di aver grattato un biglietto vincente che gli avrebbe permesso di salvare la sua azienda e la sua vita.

In uno dei suoi scritti, Pede descrive il momento in cui Wang gli avrebbe detto che il biglietto non era valido, aggiungendo: «È stata una mia superficialità a non leggere come funzionava il gioco». Successivamente, alcuni amici lo avrebbero convinto del contrario, alimentando la sua rabbia e il senso di ingiustizia.

Dal 2019, l’ex imprenditore ha iniziato a frequentare un poligono di tiro e ha richiesto il porto d’armi. I suoi diari mostrano un’escalation nella preparazione dell’omicidio. In uno di questi scrive: «Mai avrei pensato di arrivare a questo, ma non posso farla passare liscia a quel pezzo di m...a. È solo questione di tempo per fare giustizia».

Il giorno del delitto

Il 19 dicembre 2022, Pede ha messo in atto il suo piano. Alle 7:11 del mattino, con il bar appena aperto, ha ordinato un caffè a Wang. Poi ha estratto una pistola Tanfoglio e ha aperto il fuoco. Le indagini, condotte dalla squadra mobile, hanno rapidamente individuato Pede come il responsabile grazie alle telecamere di sorveglianza e al tracciamento della sua auto.

Dopo l’omicidio, Pede è tornato a Lecce, dove ha tentato di suicidarsi sparandosi con la stessa arma. Sopravvissuto inizialmente, è rimasto in condizioni gravissime fino alla sua morte il 6 novembre 2024, senza mai affrontare un processo.

Un crimine che lascia sgomento

La vicenda ha scosso profondamente la comunità del Corvetto e oltre. Wang, descritto come un uomo pacifico e rispettato, è diventato vittima di un odio irrazionale alimentato da frustrazione e fallimenti personali. La storia di Pede, invece, riflette la tragica combinazione di isolamento sociale, problemi economici e un'ossessione incontrollata che si è trasformata in violenza.

Questo caso rappresenta non solo un dramma personale, ma anche un monito sui pericoli della solitudine emotiva e delle ossessioni che possono sfociare in tragedie.