Peschiera perde Damiano Pupillo. La sua vita e il suo impegno nel sociale, nel ricordo dei suoi famigliari
Il commovente ricordo della sua famiglia; impegnato da sempre nel sociale e in politica, è scomparso lo scorso 5 settembre

Damiano Pupillo
Breve storia di Damiano Pupillo
Nato a Palermo il 2 novembre 1942 da
papà Vincenzo e mamma Nicoletta. Primo di tre fratelli (Francesco, -detto
Franco- e Benedetto) all’età di 5 anni si trasferiscono a Milano nel 1947. I
luoghi della sua maturazione umana e spirituale sono la parrocchia, cresciuto
al Vigentino, e l’Azione Cattolica.
Fin dai 16-17 anni Damiano si è
occupato molto di politica, spronato dal loro sacerdote, prima come uditore nei
consigli comunali milanesi, poi come tenace studioso della morale sociale della
chiesa maturata in parrocchia durante le estati (dove passava il tempo coi suoi
amici, tanto in vacanza non si poteva andare); infine come membro attivo della
Democrazia Cristiana, ispirandosi ai valori di don Sturzo, cogliendo gli
insegnamenti di Lazzati e di De Gasperi, ma lasciandosi pure ispirare da figure
spirituali quali don Primo Mazzolari, don Lorenzo Milani e il Vescovo (poi Papa
e Santo) Montini.
A metà degli anni ‘60 viene incaricato
dai suoi educatori dell’Azione Cattolica di seguire la plaga di
Peschiera-Pantigliate (la Bassa milanese) come responsabile per aiutare le
parrocchie più povere e rurali della diocesi. In questi anni conosce Graziella
che sposa il 27 Aprile 1968.
Con Graziella hanno 5 figli. Fin da
giovane spende molto tempo nel volontariato.
Negli anni ‘80 Damiano e Graziella,
coinvolgendo i figli, diventano membri del gruppo famiglie di Zelo.
Ha dato un forte contributo attivo
alla vita politica della città di Peschiera Borromeo per una quindicina di anni,
come consigliere di minoranza e come segretario della Democrazia Cristiana,
spendendo passione e salute per il bene pubblico.
Negli anni anche le vacanze della
famiglia sono sempre stati momenti di preghiera, comunione (o azione, come
diceva lui) e servizio (o sacrificio): a Sant’Omobono Terme (BG) sono stati
occasione per aiutare quella piccola comunità nelle loro raccolte fondi con la
festa di Ca’ Quadre poi diventata festa di Sant’Omobono, vendendo migliaia di
biglietti della lotteria ogni anno, girando la ruota, occupandosi delle
attrazioni paesane, incoraggiando tutti a fare la loro parte.
Con la moglie Graziella seguono tutti
i figli negli studi, nella crescita umana e cristiana e nella realizzazione
della propria vita. La casa ha avuto sempre la porta aperta per amici, parenti,
amici dei figli, coi quali s’intrattiene volentieri a ridere, scherzare e
giocare a carte. Tutti sanno che nel bisogno di un aiuto o di una buona parola,
Damiano c’è!
Anche da nonno la casa è sempre stata
aperta a tutti, Graziella e Damiano amano accogliere tutti in casa a praticare
l’accoglienza: nei momenti difficili, la sua presenza è di conforto per la
famiglia e per chiunque lo incontra: si è sempre fatto presente nei momenti
importanti di tutti. Celebra la vita anche quando la tristezza avvolge tutti,
dice “vivere è bello”, ma nel senso che bisogna vivere e non sopravvivere o
vivacchiare. Si sente in dovere verso tutti: nonno anche per i nipoti degli
amici. Dice che lui è padre o nonno del mondo.
L’affetto e il coinvolgimento di chi
ha avuto a che fare con Damiano sono stati profondi a tal punto che anche a
distanza di anni si sono sempre ricordati di lui. Si è dato da fare come
portavoce del coro parrocchiale, volontario nel gruppo liturgico, esponente
dell’Azione Cattolica nel Consiglio Pastorale, e nel SAC, un servizio della
Caritas in cui Graziella l’ha coinvolto e che si occupa di accompagnare alle
visite mediche persone in difficoltà.
Nella quotidianità Damiano è sempre
stato serioso e spesso anche burbero coi figli, ma nei momenti di festa
comunitaria il suo spirito burlone appare e lo porta a vestirsi in maniera
bizzarra nelle feste di carnevale e nelle rappresentazioni, e a divertirsi come
un bambino coi botti di capodanno. Lo stesso spirito lo spinge a dirsi fondatore
dell’associazione per la “liberazione dell’uomo maschio”. È il suo modo
simpatico per difendere sia il ruolo dignitoso e responsabile dell’uomo sia
quello del papà nella società d’oggi (spesso messo in crisi dalla fatica a
interpretarsi come adulti capaci di prendersi le proprie responsabilità).
Gli amici sono sempre stati importanti
e si è adoperato per tenere sempre uniti gli amici del “Vigentino”.
Una vita intensa vissuta da
protagonista, opponendosi alle mezze misure: non tollerando il “grigio” nelle
scelte importanti, stimolando sempre a scegliere per il bene e a perseguirlo.
Non si può essere un po’ onesti, bisogna essere onesti. Non si può essere un
po’ bravi, bisogna essere bravi. Non si può mediare col male, ci si oppone. E
se si sbaglia? Si può rifare tutto da capo: nelle mediazioni bisogna rispondere
alle esigenze di ciascuno, ma mai accettare il male. Forse per questo lui è
stato spesso scomodo: il bene, se fatto bene, produce invidia e maldicenze. A
suo modo un “Socrate moderno”.
Il suo esempio di fede appare fino
alla fine ricevendo con fede e coscienza i sacramenti, non con paura, ma
comprendendo che sempre in ogni stagione della vita il Signore è con noi e ne
possiamo essere testimoni. Alla fine sa pure ritagliarsi il ruolo dell’anziano che
diventa bambino, che si fida dei figli, che recupera quel rispetto e
quell’amore non solo per bisogno, ma soprattutto perché sa che i figli sono
competenti e lo amano.
Questo è solo un piccolo riassunto di
chi è Damiano…ma la verità è che ha fatto molto di più.
L’uomo nel mondo d’oggi può vivere,
agire, soffrire e morire in modo veramente umano: Nella felicità e nella
sventura, nella vita e nella morte, Sorretto da Dio e fecondo di aiuto per gli
altri (Tratto dai pensieri di Hans Kung).
Damiano: un vero uomo perché ha
aderito a Gesù.
La famiglia