Milano, 25 giugno 2024 welfare: presentati i risultati di ‘raccontami2024’, i senza dimora sono lo 0,17% della popolazione cittadina

I dati mostrano che l’83% delle persone senza dimora rintracciate in città sono uomini e oltre il 76% sono di origine non italiana, con una rappresentanza nettamente maggiore nelle fasce di età più giovani: il 60% ha meno di 45 anni.

Sono lo 0,17% della popolazione cittadina le persone senza dimora contate nell’ambito di racCONTAMI2024, la quinta rilevazione sui senza dimora promossa dal Comune di Milano e realizzata lo scorso febbraio in collaborazione con la Fondazione "Ing. Rodolfo Debenedetti". In termini assoluti, si tratta di 2.343 persone trovate in strada o nelle strutture di accoglienza, grazie anche ai circa 850 volontari e volontarie che hanno coperto le 150 aree in cui è stata divisa la città.

Con l’obiettivo di fornire una fotografia attuale del fenomeno per contribuire alla costruzione di risposte sempre più adeguate ai bisogni complessi che si manifestano, i volontari hanno portato avanti una rilevazione sia quantitativa che qualitativa, che ha restituito un’immagine molto dettagliata. «Rilevazioni ‘point-in-time’ come quella realizzata tramite racCONTAMI», sottolinea il gruppo di ricerca della Fondazione Debenedetti, «offrono un quadro d’insieme dell'assenza di dimora a Milano, ma sono anche cruciali per chi progetta e fornisce servizi dedicati, nonché per i cittadini interessati a comprendere le dinamiche sociali della loro città. Con racCONTAMI, cerchiamo di raggiungere non solo persone già in contatto con i servizi, ma anche chi vive in strada, ed è talvolta invisibile ai servizi tradizionali».

I dati mostrano che l’83% delle persone senza dimora rintracciate in città sono uomini e oltre il 76% sono di origine non italiana, con una rappresentanza nettamente maggiore nelle fasce di età più giovani: il 60% ha meno di 45 anni. Le cause principali dell’assenza di dimora includono la perdita o l’assenza di lavoro (64%), con il 22% che dichiara di avere un lavoro retribuito, lo sfratto (37%) e problemi di salute gravi o molto gravi (21%).

Le persone ospitate in strutture di accoglienza sono oltre 1.550, con un 20% di posti liberi nei giorni della rilevazione invernale. La città ha adottato una strategia di accoglienza con strutture più piccole e diffuse sul territorio, con solo il 35% delle persone ospitate in centri con più di cento posti rispetto al 72% nel 2013. «Si tratta di un dato che restituisce l’importanza dell’impegno di questi anni: una strategia che mira alla qualità dell’accoglienza per costruire percorsi di inclusione di successo che puntano sulla presa in carico complessiva della persona», ha dichiarato l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé. Tuttavia, ha aggiunto che «un obiettivo troppo spesso, purtroppo, fortemente ostacolato da leggi sull’immigrazione obsolete, che creano illegalità e mettono in pericolo le persone: tra gli stranieri incontrati in strada dai volontari, infatti, il 65% non ha un permesso di soggiorno».

 Il 31% delle persone rintracciate in strada si trovava nel territorio del Municipio 1, con significative presenze anche nel Municipio 2 (17%). La conoscenza dei servizi dedicati è discreta, con il 63% degli intervistati che dichiara di incontrare le unità mobili almeno una volta alla settimana. I bisogni principali espressi includono la custodia di oggetti personali (65%), accesso ai servizi sanitari (57%), connessione internet (51%) e vestiti puliti (46%) o la possibilità di lavarli (53%).

«Questi dati ci devono responsabilizzare a lavorare ancora di più per rafforzare la rete costruita nel corso di questi anni a sostegno delle persone senza dimora», ha concluso l’assessore Bertolé. «Il fenomeno della grave emarginazione riguarda tutti i centri urbani e sempre più spesso uomini e donne migranti a cui il sistema governativo dell’accoglienza non riesce a dare una risposta. È un problema che va oltre l’emergenza e che necessita di politiche strutturali, calibrate sui bisogni espressi e rilevati grazie a racCONTAMI».