Consumo di suolo nel Sud Est Milano: un bilancio negativo secondo le associazioni ambientaliste
Nel 2023 persi 19 ettari di suolo, le associazioni denunciano la miopia delle amministrazioni locali


La tabella presente nel rapporto 2024 In calce all'articolo è possibile scaricare il documento integrale
Nel bilancio annuale sul consumo di suolo, l'Osservatorio permante contro il consumo di suolo e per la tutela del paesaggio, un gruppo di cittadini e rappresentanti di associazioni ambientaliste, culturali e naturalistiche della zona Sud Est di Milano lancia l’allarme: «Si continua a costruire senza una visione strategica, sacrificando il territorio agricolo e naturalistico a favore di nuovi edifici, spesso faraonici, con conseguenze ambientali devastanti».
L’analisi presentata dal gruppo, che si definisce una rete di sentinelle a tutela del territorio, si basa sui dati del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) e su altre fonti pubbliche. Le associazioni puntano il dito contro le amministrazioni locali, accusandole di non rispettare le promesse elettorali e di non tenere conto delle raccomandazioni europee sul consumo di suolo.
Melegnano resta il comune con il maggiore consumo di suolo
Secondo i dati raccolti, nel 2023 il comune con il più alto tasso di consumo di suolo è Melegnano, con il 48,6% del territorio già cementificato e un incremento di 6,1 ettari nell’ultimo anno.
Seguono San Zenone al Lambro, con il 19,8% di suolo consumato (+5,9 ettari), e San Giuliano Milanese, che raggiunge il 24,7% con un incremento di 2,3 ettari. Anche San Donato Milanese registra un dato preoccupante: 36,3% di suolo cementificato, con 1,6 ettari persi nel 2023.
Altri comuni in crescita sono Cerro al Lambro (18,9%, +0,9 ettari), Mediglia (13,9%, +0,5 ettari), Tribiano (25,1%, +0,5 ettari), Peschiera Borromeo (29,3%, +0,5 ettari), Carpiano (12,3%, +0,3 ettari), Vizzolo Predabissi (26,7%, +0,3 ettari), Paullo (25,9%, +0,2 ettari) e Pantigliate (21%, +0,1 ettari).
Tra i comuni che non hanno registrato incremento nel 2023, ma che comunque presentano una situazione già compromessa, troviamo Colturano (16,1% di suolo consumato), Dresano (25,6%) e San Colombano al Lambro (18,1%).
San Giuliano Milanese tra espansione e riqualificazione
San Giuliano Milanese continua a essere uno dei comuni più urbanizzati del Sud Est Milano, con il 24,7% di suolo ormai sigillato. Tuttavia, il comune sembra voler puntare su un mix di espansione e riqualificazione urbana, con progetti che da un lato prevedono nuovi insediamenti residenziali e produttivi, dall’altro tentano di riqualificare le aree già urbanizzate.
Le associazioni ambientaliste, però, restano scettiche: «Si parla di rigenerazione urbana, ma nel frattempo il territorio perde altro suolo vergine. È necessario un approccio più prudente, che eviti di consumare nuove aree verdi».
Tribiano e Paullo, tra logistica e nuove edificazioni
Anche Tribiano e Paullo rientrano nella classifica dei comuni con alti tassi di urbanizzazione.
A Tribiano il consumo di suolo ha raggiunto il 25,1%, con un incremento di 0,5 ettari nel 2023. Il comune è stato interessato da una forte espansione della logistica, con nuovi capannoni e infrastrutture che hanno ridisegnato il paesaggio locale.
Paullo, invece, ha registrato un aumento più contenuto (+0,2 ettari), ma resta comunque sopra il 25% di suolo consumato. Qui, il problema principale è la pressione urbanistica esercitata dalla crescita della popolazione e dalla necessità di nuovi servizi e infrastrutture. Secondo le associazioni, però, si continua a privilegiare la cementificazione rispetto a soluzioni più sostenibili.
Colturano e Dresano: consumo di suolo fermo, ma solo temporaneamente?
Colturano e Dresano sono due dei pochi comuni che nel 2023 non hanno registrato un aumento del consumo di suolo, ma gli ambientalisti mettono in guardia: «Il fatto che non ci sia stato un incremento non significa che il problema sia risolto. Spesso questi periodi di stallo sono solo una pausa prima di nuove ondate di urbanizzazione».
A Colturano, il piano urbanistico recentemente approvato prevede un’espansione significativa nei prossimi anni, con nuove aree destinate all’edilizia. Anche Dresano è al centro di speculazioni immobiliari: nel 2025 dovrebbe partire la costruzione di un nuovo supermercato, con un impatto sulla viabilità locale e sulla qualità del territorio.
Il nuovo stadio del Milan a San Donato Milanese: una scelta controversa
Un caso emblematico riguarda San Donato Milanese, dove la possibile costruzione del nuovo stadio del Milan ha sollevato numerose polemiche. Il progetto prevede un grande intervento urbanistico su un’area attualmente libera, con impatti ambientali e sociali rilevanti.
Secondo le associazioni ambientaliste, il progetto comporterebbe un consumo eccessivo di suolo e creerebbe problemi di traffico, sicurezza e inquinamento. «Si sta privilegiando l’interesse economico di pochi rispetto alle esigenze della comunità locale», denunciano gli autori del rapporto.
Il boom della logistica e la perdita di territorio agricolo
Uno dei temi centrali dell’analisi è l’espansione della logistica, indicata come una delle principali cause di consumo di suolo. Solo in Lombardia, nel 2023, sono stati consumati 72 ettari per nuovi poli logistici, con la maggior parte degli insediamenti situati nei comuni dell’hinterland milanese.
Gli ambientalisti denunciano una gestione poco lungimirante del fenomeno: «Molti piccoli comuni hanno concesso autorizzazioni a operatori logistici per incassare oneri di urbanizzazione, senza valutare le conseguenze a lungo termine».
Conclusioni: una prospettiva poco rassicurante
Il bilancio del 2024 tracciato dalle associazioni ambientaliste è tutt’altro che positivo. «Abbiamo espresso preoccupazione per la vivibilità del nostro territorio e, registrando l’indifferenza di molti amministratori, abbiamo manifestato la nostra contrarietà e il nostro pessimismo. Anche quest’anno i fatti ci danno ragione» affermano gli autori del rapporto.
Se non ci sarà un cambio di rotta, il rischio è quello di vedere un ulteriore peggioramento della situazione, con un territorio sempre più cementificato e meno vivibile.