Cologno Monzese, intitolato il parco a Norma Cossetto; Rocchi: «Restituiamo dignità a chi, oltre alla violenza, ha subito il silenzio e l'indifferenza»
Il Professor Piero Tarticchio e il Sindaco di Pola in esilio hanno ricordato la Martire delle Foibe: «Questa targa sarà anche il posto dove deporre un fiore per ricordare tutti i nostri morti»

27 ottobre 2019
Sabato 25 ottobre alle ore 15 si sono radunate un centinaio di persone
per partecipare alla cerimonia di intitolazione del Parco della
centralissima Viale Marche, ubicato davanti al Municipio cittadino. Alla
commemorazione hanno partecipato le associazioni degli esuli di Istria,
Fiume e Dalmazia, il Comitato 10 Febbraio, l’Associazione carabinieri
in congedo e la sezione locale dell’ Associazione nazionale alpini.
Oltre alle autorità cittadine erano presenti anche l’eurodeputato Carlo
Fidanza, l’onorevole Marco Osnato e il consigliere regionale Franco
Lucente. Nonostante le inspiegabili polemiche di un gruppo di
negazionisti riunite in un imprecisata rete antifascista, che avevano
promesso di contestare in ogni modo questa intitolazione, la cerimonia
si è svolta tranquillamente sotto l’occhio attento dei militari
dell’Arma che hanno presidiato il territorio garantendo la sicurezza dei
numerosi cittadini presenti.
La targa scoperta dal primo cittadino
Angelo Rocchi per l’intitolazione del parco pubblico, come ha spiegato
il vicesindaco Gianfranca Tesauro promotrice dell’iniziativa, riporta le
motivazioni addotte dal Presidente della Repubblica Azeglio Ciampi,
quando nel 2015 conferì la Medaglia d’Oro al merito a Norma Cossetto:
«Giovane studentessa istriana catturata e imprigionata dai partigiani
slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e
poi barbaramente gettata in un foiba. Luminosa testimonianza di coraggio
e di amor patrio».
Il ricordo di Norma Cossetto di Piero Tarticchio
«Norma Cossetto è diventata emblema del martirio
di tanta povera gente innocente in quel periodo – ha spiegato ai
presenti il Professor Piero Tarticchio, esule e figlio di un infoibato
-, assassinati in modo orrendo dai partigiani slavi di Tito. Norma
viveva a San Domenico di Visinada e si stava laureando in lettere e
filosofia all'università di Padova. Il prologo della tragedia avvenne
dopo l’8 settembre, giorno nel quale Badoglio firmò l’armistizio. La
capitolazione dell'Italia e il disfacimento dell'esercito apri una
pagina nera per noi Istriani e per i dalmati. Un gruppo di partigiani
slavi, prelevarono la povera ragazza. Venne condotta prima nella ex
caserma dei Carabinieri di Visignano dove i capi-banda comunisti si
divertirono a tormentarla, promettendole libertà e mansioni direttive,
se avesse accettato di collaborare e di aggregarsi alle loro imprese.
Norma non era certo tipo da tradire la sua gente. Al suo deciso e
orgoglioso rifiuto, la rinchiusero nella ex caserma della Guardia di
Finanza, a Parenzo, insieme con altri sventurati. Dopo un paio di giorni
vennero tutti trasferiti nella scuola di Antignana. Fu lì che cominciò
il vero martirio di Norma. La legarono a un tavolo con alcune corde e la
violentarono. Una signora di Antignana che abitava di fronte, sentendo
dal primo pomeriggio gemiti e lamenti, verso sera, appena buio, provò
avvicinarsi alle imposte socchiuse. Vide la ragazza legata al tavolo e
la udì, distintamente, invocare la mamma e chiedere da bere per pietà.
Norma venne gettata nella foiba il giorno successivo. Il 10 dicembre
1943 i Vigili del fuoco di Pola, recuperarono la salma di Norma: era
caduta supina, nuda, con le braccia legate con il filo di ferro, su un
cumulo di altri cadaveri aggrovigliati. Aveva – ha concluso lo scrittore
di numerosi libri sull’esodo degli italiani dell’adriatico orientale -
ambedue i seni pugnalati un pezzo di legno nella vagina, ed altre parti
del corpo sfregiate».
L'invito del Sindaco di Pola in esilio Tito Sidari
«Ricordiamo Norma Cossetto insieme a tutti gli
altri nostri connazionali uccisi barbaramente – ha suggerito Tito
Sidari sindaco di Pola in esilio – nelle cavità carsiche chiamate foibe,
annegate a forza nel mare di Dalmazia, buttate in fondo ai pozzi di
miniera».
La promessa del Comitato 10 Febbraio
«Lo scorso 5 ottobre, in occasione del 76esimo anniversario del martirio della giovane istriana, si è tenuta in 120 città d’Italia la
manifestazione “Una rosa per Norma Cossetto” - ha commentato Giulio
Carnevale coordinatore del Comitato 10 Febbraio di Città Metropolitana
di Milano -. Abbiamo deposto una rosa in luogo simbolo per commemorare la sua figura. Il 5
ottobre 2020 saremo qui insieme a tutti voi per deporre una rosa per
Norma, in questo parco sotto questa targa».
Il discorso del sindaco Angelo Rocchi
Il sindaco Angelo Rocchi
ha chiuso gli interventi tenendo un discorso dall’alto profilo
Istituzionale, sobrio e conciliante: «Questa giornata, così importante
per la nostra Città, sottolinea, ancora e senza indugi, la fondamentale
intenzione di restituire dignità a chi, oltre alla violenza, ha dovuto
per troppo tempo subire anche il silenzio e l’indifferenza. Siamo qui
per rendere omaggio a Norma Cossetto e, con Norma, a tutti coloro che
furono privati della loro libertà, a cui furono estirpate le radici con
estrema e agghiacciante brutalità. Alle vittime di una politica che ha
permesso e sostenuto l’emersione e l’affermazione di un bestiale istinto
di sopraffazione che dovrebbe essere estraneo all’Uomo. Una dittatura
che ha prodotto come unico risultato la morte, ma i morti non
appartengono alla politica o all’ideologia, meritano solo rispetto e
ricordo. L’ho già detto e ci tengo a ribadirlo oggi. Ogni discussione
sulla veridicità di fatti che ormai la Storia ha accertato, fuori da
ogni dubbio, mi sembra uno sfregio alle vittime, alle loro famiglie ed
ai testimoni. E finalmente, dopo un periodo di assordante silenzio, le
casseforti ideologiche sono state divelte a favore della conoscenza,
dello studio e quindi del sacrosanto obiettivo di ricordare. Rammento,
in questa occasione, che richiamare gli errori e gli orrori del passato è
l’unico mezzo che consente di evitare di ripeterli nel futuro. Credo
che anche a questo servisse, nelle intenzioni, il conferimento della
Medaglia d’oro alla Memoria, appunto, che nel 2005 il Presidente della
Repubblica Ciampi decise di conferire alla Memoria di Norma Cossetto,
una giovane italiana barbaramente trucidata ed a lungo dimenticata ed,
infine, assurta a simbolo di immani sofferenze patite a causa dell’odio
ideologico. Celebriamo e ricordiamo dunque Norma Cossetto – conclude il
primo cittadino -, come tutte le vittime degli eccidi della Venezia
Giulia, certo simbolo tragico di italianità sfregiata, ma al tempo
stesso monito al rifiuto della violenza, dell’intolleranza, dell’assenza
di umanità».
27 ottobre 2019