San Giuliano Milanese, sacrilegio a Viboldone: rubata la statua della Madonna dall'edicola votiva
Il presidente dell'Associazione per la salvaguardia e la valorizzazione di Viboldone, Paolo Rausa, denuncia il degrado e l'inerzia delle istituzioni

La Madonnina di Viboldone, in una foto di repertorio

Viboldone ingresso ovest, foto di Paolo Rausa
Un nuovo furto sacrilego ha colpito la comunità di Viboldone, nella zona di San Giuliano Milanese. Nella notte tra il 12 e il 13 luglio, ignoti hanno rubato la statua della Madonna dall'edicola votiva situata lungo una strada rurale del borgo. Questo atto vandalico ha suscitato indignazione e sconcerto tra i residenti, già provati da precedenti episodi simili.
Solo pochi mesi fa, infatti, la stessa statua era stata distrutta in un altro atto vandalico, come riportato da "7giorni". Allora, la comunità aveva espresso il proprio dolore e la propria rabbia, sperando che un simile scempio non si ripetesse. La nuova sottrazione della statua ha quindi riaperto ferite non ancora rimarginate.
Paolo Rausa, presidente dell'Associazione per la salvaguardia e la valorizzazione di Viboldone, ha espresso il proprio sdegno in un comunicato ufficiale. Rausa ha definito il gesto come «un'azione vandalistica» e ha sottolineato l'importanza storica e spirituale dell'edicola votiva per la comunità locale.
«Demolire l'addobbo floreale e sequestrare la statua della Madonna a Viboldone è un'azione vandalistica: non c'è dubbio!», ha dichiarato Rausa. «Sfugge il suo significato. Perché prendersela con una edicola votiva su una strada disabitata in un borgo rurale in degrado?»
Nel suo appello, Rausa ha chiamato in causa la Chiesa, le istituzioni, la proprietà e i cittadini, invitandoli a riflettere sul significato di questi atti e sulla perdita del senso di spiritualità nella società contemporanea. Ha inoltre denunciato lo stato di abbandono e degrado del borgo di Viboldone, auspicando un intervento immediato per il recupero e la valorizzazione del territorio.
«Si è perso il senso delle cose: questo è il minimo», ha affermato Rausa. «Quella edicola serviva a rendere più agevole il viaggio dei pellegrini posti sotto la custodia della Vergine Maria. Ora è stata sottratta, sequestrata, la custode della comunità in viaggio. Non distrutta. Come se si volesse mettere in risalto e denunciare l'inadeguatezza della nostra propensione alla spiritualità al Divino».
Rausa ha citato anche Dante Alighieri, ricordando le parole del XXX Canto del Paradiso, per evidenziare la sacralità della figura della Vergine Maria e l'importanza di mantenere vivi i luoghi di culto e di preghiera.
L'appello finale di Rausa è rivolto alla Società Agricola Viboldone, affinché avvii un progetto di recupero e rilancio del borgo, per riportare la comunità a una condizione di benessere e armonia.
«Se vogliamo evitare questi spiacevoli episodi che trascendono la nostra civile convivenza allora ognuno deve fare la sua parte e intraprendere quelle azioni che portino all'armonia sociale, urbanistica, paesaggistica e spirituale. Altrimenti sarà il caos a dominare il nostro vivere comune», ha concluso Rausa.