Il gambero rosso della Louisiana, è un grave problema faunistico, provoca un notevole danno e rischia di annullare la biodiversità

Walter Ferrari ci guida alla scoperta del gambero “killer” importato in tempi recenti in Europa per scopi ornamentali e alimentari, diventato in breve tempo invasivo

Un esemplare di gambero rosso della Louisiana

Un esemplare di gambero rosso della Louisiana Foto di Walter Ferrari

Un esemplare di gambero rosso della Louisiana

Un esemplare di gambero rosso della Louisiana Foto di Walter Ferrari

Un esemplare di gambero rosso della Louisiana

Un esemplare di gambero rosso della Louisiana Foto di Walter Ferrari

Un esemplare di gambero rosso della Louisiana

Un esemplare di gambero rosso della Louisiana Foto di Walter Ferrari

Il mio primo incontro con il gambero rosso l’ho avuto a febbraio 2014 lungo il greto del fontanile Tormo ad Agnadello (CR) in un periodo di asciutta; da allora in un decennio ho avuto diversi contatti, uno l’ho perfino portato a casa per farlo vedere ai miei nipoti  Federico e Cecilia. Vediamo di conoscerlo meglio.

Originario del delta del Mississipi, il gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) è stato importato in tempi recenti in Europa per scopi ornamentali e alimentari ed è diventato in breve tempo invasivo. La sua diffusione in rogge, torrenti o stagni provoca un notevole danno per l’equilibrio di questi habitat, mangiando uova di rane,  piccoli pesci e  insetti acquatici, e poi, finiti questi, le specie vegetali presenti (alghe, piante acquatiche) rischiando di annullare la biodiversità. Addirittura è in grado di resistere e respirare fuori dall’acqua per alcune ore e raggiungere le eventuali coltivazioni poste attorno ai corsi d’acqua, provocando la distruzione di discrete quantità di raccolto.

Scava anche tane profonde (fino a 1 metro) per difendersi dai predatori, rischiando di indebolire gli argini dei corsi d’acqua. Essendo poi originario di zone calde, sopporta elevate temperature.

Queste caratteristiche gli hanno valso il nome di gambero killer, con il quale è noto in tutta Italia, dove la sua espansione è cominciata soprattutto a partire dagli anni ’90, partendo da un allevamento in Toscana nel lago Massaciuccoli, per un tentativo di commercializzazione.

Il suo robusto carapace è rossastro, maggiormente accentuato nelle chele degli esemplari adulti. In esemplari giovani  il carapace assume una colorazione grigioverdastra che, ad una superficiale osservazione, li rende piuttosto simili al gambero di fiume italiano.

Le chele  sono robuste e minacciose. I maschi si riconoscono  per i primi due arti addominali trasformati in organi copulatori, per le chele più robuste e la colorazione rossa più accentuata rispetto alla femmina.

La femmina è in grado di produrre 200 /300 uova per covata. Le uova  poste sotto l’addome della madre, dopo 20 giorni si schiudono, le larve rimangono attaccate all’addome per qualche giorno, poi lentamente si staccano e iniziano ad esplorare l’ambiente circostante;  al primo segnale di pericolo i piccoli crostacei corrono sotto la madre per rifugiarsi. Lo sviluppo dei piccoli dipende molto dalla temperatura; esso avviene in 2-3 settimane a 22° mentre è praticamente fermo al di sotto dei 10°. Nella Regione di orgine, la popolazione di questi gamberi è tenuta sotto controllo grazie alla predazione  non solo di vari uccelli, tra cui particolarmente efficienti gli Ardeidi, i Corvidi, i Falchi, ma anche di Lontre, Visoni e Rettili.

In Italia, in assenza di un’altrettanto ricca fauna selvatica, il Gambero rosso ha ancora troppo pochi nemici naturali, ed è evitato anche da  svariati uccelli ittiofagi, soprattutto di piccola taglia, perché molto battagliero e capace di difendersi. Qualche aiuto lo danno alcuni  uccelli che hanno imparato a cibarsene     ( Aironi, Garzette, Tarabusi ed anche i ratti) come dimostrano gli abbondanti residui di gamberi lungo il perimetro dei luoghi umidi infestati.

Resti di gamberi sono infatti sempre più spesso rinvenuti intorno alle garzaie in particolar modo durante il periodo riproduttivo di molti Ardeidi.  Da un confronto con i dati relativi all’alimentazione  di questi uccelli  nelle fasi pre e post invasione si è notato che il Gambero della Louisiana è andato a sostituire nella dieta degli Aironi quell’ampio spettro di prede  che in passato era costituito dagli invertebrati acquatici e dagli anfibi.

L’espansione della presenza di gambero rosso della Louisiana è un problema faunistico più grave di altre introduzioni animali legate all’ambiente acquatico, anche se non viene percepito dalla maggior parte di persone ed Enti preposti a causa della sua apparente invisibilità.                                                                       

Testo e foto Walter Ferrari