Alla scoperta dell’affascinante aquila, una presenza diffusa sulle montagne della nostra regione
Finite le vacanze estive, riprendo la nostra rubrica con un argomento che mi sta molto a cuore.

Aquila Reale
25 settembre 2014
Ho trascorso luglio e agosto in alta Val Seriana, a Gromo dove ho una casa, e , tempo permettendo, ho effettuato alcune escursioni sulle Orobie, durante le quali mi è capitato di vedere diverse aquile, solitamente in coppia, ma a volte anche in gruppi di quattro o cinque, volteggiare nel cielo anche a distanza ravvicinata.
Sono sempre stato affascinato da questo rapace, per la sua grande apertura alare, la forza dei suoi artigli, la sua capacità di volare rapidamente in grandi spazi, al punto che a volte, di notte, mi capita di sognare di volare a braccia aperte proprio come fossi un’aquila.
Come sempre, quando un argomento mi appassiona mi piace approfondirne la conoscenza e trasmetterla ai miei lettori, anche se in maniera sintetica per ragioni di spazio.
L’Aquila è un rapace diurno di grandi dimensioni appartenente all’ordine Accipitriformes, famiglia Accipitridae, nome scientifico Aquila chrysaetos.
Ha una lunghezza di 75-80 cm, con testa sporgente e forte becco, coda larga e lunga dai 25 ai 30 cm, zampe grosse e robuste con tarsi piumati con dita brevi e grandi artigli, apertura alare di 200-220 cm. ed un peso che varia dai 4 ai 6 kg. La femmina è del 20% più grande del maschio.
Gli adulti sono marrone scuro con piume del capo e della nuca dorate ( da cui deriva il nome: chrysaetos in greco significa d’oro) e penne scapolari che possono diventare bianche con l’età. I giovani sono più scuri, con ampie finestre bianche sia sulla parte superiore che quella inferiore di ali e coda.
Plana con le ali tenute sollevate a formare una “V” molto aperta.
Dove vive
Sedentaria, occupa zone montagnose con pareti rocciose adatte alla nidificazione e con ampie praterie dove svolge attività di caccia ( ogni coppia per cacciare ha bisogno di un territorio molto vasto, circa 50 Km.) La dieta è costituita da mammiferi di piccole e medie dimensioni (circa 1,5 kg), galliformi e altri uccelli. La marmotta è la preda più comune sulle Alpi, la lepre sull’Appennino.
In Italia nidifica nelle zone montuose di tutta la penisola e nelle isole maggiori. In Lombardia i nidi si trovano in una fascia altitudinale compresa tra i 1800-2000 metri e i territori potenziali sono tutti occupati.
La popolazione Italiana, con 300-400 copie, è quarta per consistenza dopo quella turca, spagnola e norvegese. La maggior parte si trova nelle Alpi ( 200 coppie di nidificati), di cui in Lombardia 30-35 coppie nelle province di Sondrio, Bergamo, Brescia e Como. La densità sull’arco alpino è migliorata molto in seguito alla protezione legale della marmotta; mentre rimane bassa sul resto della penisola per scarsità di prede.
Comportamento e Riproduzione
Fedeli per la vita, il maschio e la femmina, una volta formata la coppia e conquistato il territorio, rimangono stanziali per molti anni costruendo i loro nidi tra gli anfratti rocciosi, su pareti a strapiombo, inaccessibili, impossibili da raggiungere da qualsiasi altro predatore. I nidi sono costruiti più in basso rispetto all’altitudine di caccia, per evitare faticose risalite con la preda fra gli artigli.
Normalmente ogni anno, a primavera, vengono deposte due uova, a distanza di 3/5 giorni l’una dall’altra e covate fin dal 1° giorno. In questo periodo il maschio è poco presente, per ricomparire immediatamente alla schiusa (dopo 43-45 gg di cova) per portare cibo alla madre e ai due piccoli, dei quali, solitamente uno solo riesce a sopravvivere; se il cibo scarseggia, solo il più grosso è favorito mentre il più piccolo non riesce a svilupparsi adeguatamente e muore; molte volte viene addirittura eliminato a colpi di becco dal più grande, un comportamento che prende il nome di “ cainismo.”Dopo due mesi i pulcini diventano aquilotti, spiccano il volo a 75 giorni e dopo 160-170 giorni diventano indipendenti. Verso i 4-6 anni sono in grado di procreare e di costituire un nuovo nucleo familiare.
L’aquila può vivere circa 30 anni.
Walter Ferrari 339.7615179
Sono sempre stato affascinato da questo rapace, per la sua grande apertura alare, la forza dei suoi artigli, la sua capacità di volare rapidamente in grandi spazi, al punto che a volte, di notte, mi capita di sognare di volare a braccia aperte proprio come fossi un’aquila.
Come sempre, quando un argomento mi appassiona mi piace approfondirne la conoscenza e trasmetterla ai miei lettori, anche se in maniera sintetica per ragioni di spazio.
L’Aquila è un rapace diurno di grandi dimensioni appartenente all’ordine Accipitriformes, famiglia Accipitridae, nome scientifico Aquila chrysaetos.
Ha una lunghezza di 75-80 cm, con testa sporgente e forte becco, coda larga e lunga dai 25 ai 30 cm, zampe grosse e robuste con tarsi piumati con dita brevi e grandi artigli, apertura alare di 200-220 cm. ed un peso che varia dai 4 ai 6 kg. La femmina è del 20% più grande del maschio.
Gli adulti sono marrone scuro con piume del capo e della nuca dorate ( da cui deriva il nome: chrysaetos in greco significa d’oro) e penne scapolari che possono diventare bianche con l’età. I giovani sono più scuri, con ampie finestre bianche sia sulla parte superiore che quella inferiore di ali e coda.
Plana con le ali tenute sollevate a formare una “V” molto aperta.
Dove vive
Sedentaria, occupa zone montagnose con pareti rocciose adatte alla nidificazione e con ampie praterie dove svolge attività di caccia ( ogni coppia per cacciare ha bisogno di un territorio molto vasto, circa 50 Km.) La dieta è costituita da mammiferi di piccole e medie dimensioni (circa 1,5 kg), galliformi e altri uccelli. La marmotta è la preda più comune sulle Alpi, la lepre sull’Appennino.
In Italia nidifica nelle zone montuose di tutta la penisola e nelle isole maggiori. In Lombardia i nidi si trovano in una fascia altitudinale compresa tra i 1800-2000 metri e i territori potenziali sono tutti occupati.
La popolazione Italiana, con 300-400 copie, è quarta per consistenza dopo quella turca, spagnola e norvegese. La maggior parte si trova nelle Alpi ( 200 coppie di nidificati), di cui in Lombardia 30-35 coppie nelle province di Sondrio, Bergamo, Brescia e Como. La densità sull’arco alpino è migliorata molto in seguito alla protezione legale della marmotta; mentre rimane bassa sul resto della penisola per scarsità di prede.
Comportamento e Riproduzione
Fedeli per la vita, il maschio e la femmina, una volta formata la coppia e conquistato il territorio, rimangono stanziali per molti anni costruendo i loro nidi tra gli anfratti rocciosi, su pareti a strapiombo, inaccessibili, impossibili da raggiungere da qualsiasi altro predatore. I nidi sono costruiti più in basso rispetto all’altitudine di caccia, per evitare faticose risalite con la preda fra gli artigli.
Normalmente ogni anno, a primavera, vengono deposte due uova, a distanza di 3/5 giorni l’una dall’altra e covate fin dal 1° giorno. In questo periodo il maschio è poco presente, per ricomparire immediatamente alla schiusa (dopo 43-45 gg di cova) per portare cibo alla madre e ai due piccoli, dei quali, solitamente uno solo riesce a sopravvivere; se il cibo scarseggia, solo il più grosso è favorito mentre il più piccolo non riesce a svilupparsi adeguatamente e muore; molte volte viene addirittura eliminato a colpi di becco dal più grande, un comportamento che prende il nome di “ cainismo.”Dopo due mesi i pulcini diventano aquilotti, spiccano il volo a 75 giorni e dopo 160-170 giorni diventano indipendenti. Verso i 4-6 anni sono in grado di procreare e di costituire un nuovo nucleo familiare.
L’aquila può vivere circa 30 anni.
Walter Ferrari 339.7615179
25 settembre 2014