Claudio: l’amico mai perso

Vent'anni senza di te, caro amico, sono stati vent'anni di lacrime e sorrisi, di tristezza e gioia, di ricordi indelebili.

Claudio Ricci

Claudio Ricci

Venti anni sono un periodo di tempo che viene menzionato nei festeggiamenti, nel rapporto di coppia, nella durata di un’azienda. Ma oggi questi vent'anni caratterizzano il tempo che se ne è andato senza aver avuto la possibilità di incontrarti, di parlarti. È difficile credere che siano già passati vent'anni dalla tua scomparsa, quel giorno, il 2 novembre 2003, che ha cambiato, senza ritorno, la mia e la tua vita. Vent'anni senza di te, caro amico Claudio, sono stati vent'anni di lacrime e sorrisi, di tristezza e gioia, di ricordi indelebili. La tua assenza fisica continua a pesare, ma il tuo ricordo invece è sempre presente, e oggi, in questo ventennale, voglio ricordare non solo il dolore della tua partenza, ma anche la bellezza della tua presenza nella mia vita e in quella di chi ti ha conosciuto. L’amicizia è un sentimento che non si smarrisce per strada, non si cancella, che arricchisce il ricordo, che si sedimenta nella memoria, che vive nei ricordi e nelle emozioni. La tua amicizia è stata per me importante, ci siamo divertiti, ci siamo rallegrati, abbiamo gioito per le passioni comuni e per le vacanze fatte insieme. È stato così per tutte le persone che hanno avuto come me il privilegio di conoscerti e di passare del tempo con te. La tua è stata un’amicizia nata sui banchi della scuola, consolidata nelle passioni comuni, di disponibilità, di condivisione, di serietà, di affetto. È stata Amicizia con la A maiuscola, così io l’ho vissuta, così la tengo con me. Un amico è per sempre e tu per me lo sei ancora, anzi oggi più che mai: oggi che non usciamo più assieme, oggi che non parliamo, oggi che le nostre vite sono cambiate e tu chissà dove sei e chissà cosa stai facendo. Sarai per sempre mio amico perché una parte di te sarà sempre con me ed è proprio per questo che dovrò continuare a fare tutto quello che abbiamo fatto insieme: sorridere, divertirmi, vivere, ricordandoti. Vent'anni senza di te mi hanno insegnato quanto sia importante abbracciare ogni momento, apprezzare le persone che amiamo e nutrire le relazioni che rendono la vita significativa. La tua perdita, assieme a quella di altre persone che mi erano care, mi ha insegnato a cercare il bene nelle persone che ci circondano, perché la vita è fragile e preziosa. Sai, caro Claudio, continuo a pensare a come saremmo stati se non ci fossimo allontanati così presto, che la mia e la tua vita avrebbero viaggiato su percorsi paralleli: che saremmo stati assieme per molti anni, che avrei conosciuto la tua famiglia, che avremmo fatto ancora le vacanze insieme, che avremmo gioito per la nostra squadra, l’Inter, che avremo festeggiato insieme il triplete e la Juve in serie B, che avrei conosciuto i tuoi figli così come, brevemente, tu hai conosciuto i miei. Quel tempo purtroppo non solo è passato ma non ci è mai stato e mi ritrovo qui a pensarti, a immaginarti lassù e a sperare che lì tu stia meglio discutendo di politica con gli angeli e, ne sono sicuro, li convinci con il tuo pensiero.

 “La medicazione fu dolorosa. Tutto ciò che mi avvenne dopo quel giorno fu doloroso. Ma talvolta, quando trovo la chiave mi sprofondo dentro di me, dove le visioni del destino dormono nello specchio buio, basta che mi chini sopra questo specchio per vedere la mia propria immagine che è tutto uguale a lui, a lui, mio amico e guida”
- da Demian di Hermann Hesse

 Moreno Mazzola