Peschiera, dopo sei anni il dolce amaro addio di Oltre Generazioni al progetto Oltheatre al Teatro De Sica. Valli, Velletrani: «Missione compiuta»

«Abbiamo ricevuto tantissime manifestazioni di affetto e solidarietà. Il nostro maggior successo? Aver trasmesso ai nostri allievi le competenze. Abbiamo finito alla grande, i ragazzi sono diventati semiprofessionisti, facevano tutto loro, microfonisti, fonici, tecnici luce». Guarda il video.

Nelle foto Chiara Valli, Alessandro Velletrani e Giorgia Fossati

Nelle foto Chiara Valli, Alessandro Velletrani e Giorgia Fossati Impegnati nello "sbaraccare" l'attrezzatura tecnica e di scena utlizzata in questi anni

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Peschiera Borromeo 16 dicembre 2023. Qualche mese fa è calato il sipario su Oltheatre, il progetto di Oltre Generazioni, Associazione di Promozione sociale, che dal 2017 ha gestito il Teatro comunale Vittorio De Sica in via don Sturzo. Lo ha gestito con coraggio anche negli anni tremendi della pandemia, erigendosi a faro culturale di tutto il territorio, un presidio tenuto operativo con e per la comunità, che ha contribuito alle resilienza di tutti noi. Unico soggetto a partecipare alla manifestazione di interesse finalizzata a co-progettare e gestire lo spazio culturale in partenariato con l’Amministrazione comunale di Peschiera fino al 2029, è stato escluso per non aver raggiunto il punteggio minimo, per un punto. Così dopo aver investito risorse, emozioni, passione e tempo, tantissimo tempo, a favore della vita culturale della città, interagendo con tutte le associazioni, e le scuole del territorio, dopo aver trasformato questa struttura comunale in un luogo inclusivo, pluralista, moderno, dove l’impegno e il merito venivano valorizzati e riconosciuti. Dove gli allievi della “Bottega” oltre le arti e i mestieri teatrali hanno imparato il rispetto per le diverse culture, la capacità di rapportarsi con i temi di attualità, la conoscenza della storia, la dignità del lavoro come forma di espressione della persona, è arrivato il momento di fare i bagagli. Oggi la compagnia teatrale, è impegnata a raccogliere le proprie cose, per poi riconsegnare le chiavi all’Amministrazione comunale, che non sembra stracciarsi le vesti per la chiusura del teatro cittadino. Li siamo andati a trovare, e Chiara Valli, Alessandro Velletrani e Giorgia Fossati si sono intrattenuti a fare una chiacchierata amichevole con noi.

È arrivato il momento del trasloco?
AV: Ahimè, ci siamo.

Quali sentimenti?
AV: Sicuramente tristezza, tanta tristezza, è chiaro un po’ di magone.

Ogni pezzo che state trasportando racconta qualcosa?
AV: Si, mentre smontiamo c'è sempre qualche immagine che racconta qualche spettacolo, pezzi di coreografie che ti passano davanti agli occhi. Sei anni sono tanti, questa attrezzatura racconta un lungo percorso.

Chiara, oggi ti vediamo vestita come se stessi interpretando uno dei tuoi personaggi e invece sei qui a sbaraccare tutto quello che vate messo dentro questo progetto e dentro questo al teatro De Sica in tutti questi anni?
CV: Il teatro è vita, è verità e i cambiamenti, la trasformazione, fanno parte della vita di tutti i giorni, per cui anche se fa male, bisogna attraversarli e cercare di scoprire che cosa avviene dopo.

Oggi vi siete guardati in faccia, con i tuoi collaboratori, dalle vostre facce si direbbe che è scesa quale lacrimuccia?
CV: Oggi è scesa. Diciamo che scendono da un po’di mesi, è da un po’ di tempo che scendono. Però arrivano tanti abbracci anche e questo ci rincuora. Ci hanno chiamato in tantissimi, comunicandoci la propria solidarietà, dandoci manifestazioni d’affetto inaspettate, sono state tantissimi. Siamo stati invasi in questi mesi da tanto affetto, da tantissimo affetto, da tantissimo amore. E questo ci riempie. È un riscontro tangibile e concreto di quello che abbiamo cercato di lasciare, con questo progetto.

Vi abbiamo conosiuto fin dal primo giorno, sei anni fa. C'è da dire senza dubbi, che avete fatto fare un passo avanti a questa comunità. Avete introdotto metodi innovativi, una nuova prospettiva, avete guardato in faccia veramente la città cercando di capirla, interpretarla. Pescara Borromeo non è una città facile, vicino a Milano con tutte le sue contraddizioni. Sembra una città così moderna, così avanti. Però in questo settore, c'è ancora tanto da fare?
CV: È una città che secondo me ha un grandissimo potenziale. È estremamente ricca di di potenziale. Di colori, mi vien da dire, proprio di colori, solo che bisogna fermarsi a volte e guardarli, fermarsi e ascoltare. Anche l'ascolto, secondo me è un qualcosa di molto importante. Il silenzio. E infatti il fatto di essere entrati con la voce del silenzio e uscire in silenzio per noi è molto rappresentativo. Ascoltare questo silenzio a volte (N,d,r, risposta ancora più toccante perché pronunciata nel porticato silenzioso del Teatro comunale) dice più mille  parole. Cosa ci ha lasciato Oltheatre? Le relazioni, perché scoprire e conoscere una persona come Giorgia (N,d,r, parole pronunciate mentre stringe a se la giovane apprendista diventata un punto di riferimento della compagnia teatrale), per esempio, una ragazza di 18 anni che è cresciuta qua dentro insieme a noi. È una delle più grandi soddisfazioni.
AV: E non solo Giorgia che oggi è qui, ma tanti altri, tantissime altre persone. Abbiamo seminato tanto, abbiamo avuto anche tanto indietro, dal territorio. Siamo contenti, contentissimi così e oggi guardiamo avanti. Una delle cose che ci ha dato tanta soddisfazione in questi anni è stato il rapporto con le scuole. Quando abbiamo iniziato la prima volta ci siamo spaventati, preoccupati, non sapevamo quali sarebbero state le reazioni di questi giovani alunni. Non c'era l'abitudine a stare in teatro da parte dei ragazzi, per loro inizialmente era una sorta di parco giochi. Poi piano piano invece, abbiamo lavorato con loro, fianco a fianco con i loro docenti. Gli abbiamo trasmesso delle competenze e la conoscenza delle varie mansioni da svolgere in un teatro. Loro hanno capito i mestieri del teatro, hanno cominciato ad imparare a rispettare soprattutto il luogo, un luogo di lavoro chiaramente. Hanno approfondito le competenze si sono divertiti tantissimo, hanno lavorato e hanno migliorato il livello dei loro spettacoli. Tantissimo hanno alzato il livello e lo possono confermare anche i docenti. Queste sono le cose che ricordiamo, con più affetto.
Rispetto al 2017, quando abbiamo iniziato questo progetto, abbiamo finito alla grande, i ragazzi sono diventati semiprofessionisti, facevano tutto loro, microfonisti, fonici, tecnici luce.


Il successo della “Bottega”, quindi?
AV: Non solo sì. Esatto, la “Bottega” in generale, ma in particolare del nostro modo di vivere il teatro insieme, di far capire che ci sono dei mestieri dietro quello che uno vede normalmente. Dietro l'attore, dietro il cantante, il ballerino, ci sono tantissimi altri mestieri. Esatto, ci sono dietro le quinte, ci sono persone che lavorano all'unisono e lo spettacolo riesce grazie a tutti. Per cui le persone hanno capito più questo, grazie al nostro modo di vivere il teatro. Tutto questo ci fa un'enorme piacere.
CV: Piacere di passare tutto questo ai giovani, credo sia il centro del nostro progetto, per cui questo passaggio a alle nuove generazioni.

Missione compiuta?
CV e AV : Assolutamente sì. Missione compiuta.

Chiara Valli e Alessandro Velletrani promotori e direttori del progetto Oltheatre hanno dato molto per il nostro territorio, numerosissimi sono gli articoli che la nostra testata in questi anni ha dedicato alle loro iniziative. Basta fare una ricerca con il termine "Oltheatre" nel nostro motore di ricerca interno per vsualizzare i tantissimi articoli realizzati e ripercorrere l’attività del progetto Oltheatre sviluppato al Teatro Comunale Vittorio De Sica. Ci perdonerete se i toni dell’intervista non sono quelli canonici, il “tu” amichevole ha preso il posto del “lei”, pronome di terza persona canonico, da utilizzare professionalmente. La nostra Redazione ha imparato a conoscere e apprezzare questa Associazione di Promozione Sociale, tanto ché in occasione del ventesimo anniversario di 7giorni, celebrato questa estate, abbiamo consegnato loro un riconoscimento con questa motivazione:

L'intervista contina dopo le immagini

La cultura in format creativi e innovativi

Il vostro lavoro ha dimostrato che l’arte teatrale può essere un mezzo potente per raccontare la nostra vita e la nostra società, illuminando le sfide e le opportunità del nostro tempo.
Signori nell’animo, anche in questo amaro frangente, dopo la delusione della mancata assegnazione del bando comunale per la gestione in partenariato della casa della cultura peschierese, non hanno voluto alimentare polemiche, non una parola fuori posto, non una espressione o un atteggiamento del linguaggio del corpo che facesse pensare a qualche cosa di pensato e non detto. Nel poco tempo che si siamo fermati a fare questa intervista, sono stati numerosi i cittadini che sono passati a salutare la compagnia dell’Oltheatre.

L’intervista prosegue e a rispondere alle domande sul futuro di Oltre Generazioni si aggiunge anche Giorgia Fossati, la giovanissima responsabile dei progetti Under 35 dell’APS, diventata ormai una pietra angolare per le iniziative sul territorio.

 Adesso cosa farete? Cosa farà Oltheater? Cosa farà oltre Oltre Generazioni?
GF: Oltre generazioni continua. adesso stiamo costruendo il progetto GenZ Aacting, quindi un musical di comunità, un progetto dedicato a ragazzi under 25 da costruire insieme. Come diceva Alessandro, sempre per il rimanere coerenti, nalizzeremo l'importanza di ogni lavoro, di ogni mestiere, di ogni ambito. Ci stiamo spostando, un po’ in Lombardia e un po’ si sta estendendo anche in altre regioni d’Italia. Il teatro e l'amore, la passione non si fermano.Continuiamo a costruire.
CV: Anche senza un teatro, perché il teatro si può fare ovunque, sempre, quando e come vuoi.

Al centro polifunzionale Sandro Pertini ci sono dei corsi. Quali?
GF: Prosegue la bottega, rimangono aperti i percorsi per i bambini dai sei anni in su, e quest'anno abbiamo aperto “Gesti Gentili” un corso dedicato agli over 60. Abbiamo come docente  Anita Magyari (N.d.r. diplomata all’Accademia nazionale di Budapest e perfezionatasi alla scuola del Teatro Bol’šoj di Mosca), da gennaio 2024 c'è di nuovo la possibilità di iscriversi, di ricominciare a partecipare e di venire a conoscerci anche sotto questo punto di vista.
CV: Saremo al Centro polifunzionale Sandro Pertini, in biblioteca,  siamo sparsi per tutta la città, ci siamo, ci saremo ancora.


Un teatro chiuso è una sconfitta per tutta la comunità

Quando un teatro chiude, è una sconfitta per tutta la comunità, perchè quello che abbiamo imparato in questi anni, è che il Teatro comunale va ben oltre il semplice luogo fisico in cui si tengono gli spettacoli; esso rappresenta un centro culturale aperto tutti i giorni, dove la cultura, la recitazione, la musica, il canto e le arti in generale vengono trasmesse di generazione in generazione. Questo presidio culturale è indispensabile per tutti i cittadini, indipendentemente dall'età, e può svolgere un ruolo significativo nella vita di una comunità. Ecco dieci ragioni che spiegano perché il teatro è più di un semplice spazio per gli spettacoli:

1.     Preservazione della Cultura: Il teatro è un mezzo attraverso il quale le tradizioni culturali vengono conservate e trasmesse. Le rappresentazioni teatrali possono narrare storie locali, miti e leggende che altrimenti rischierebbero di andare perse nel corso del tempo.

2.     Formazione Artistica: Offre un ambiente dove gli artisti emergenti possono apprendere e sviluppare le proprie abilità. Scuole di recitazione e programmi educativi all'interno del teatro permettono ai giovani talenti di crescere e contribuire alla scena artistica locale.

3.     Inclusività e Partecipazione: Il teatro è aperto a tutti, incoraggiando la partecipazione attiva della comunità. I cittadini possono essere spettatori, attori amatoriali o volontari dietro le quinte. Questa partecipazione collettiva rafforza il senso di appartenenza e coesione sociale.

4.     Espressione Creativa e Riflessione Sociale: Il teatro offre uno spazio per esplorare nuove idee, stimolare la riflessione critica e affrontare tematiche sociali importanti. Le rappresentazioni teatrali possono essere uno specchio della società, portando alla luce questioni cruciali e ispirando cambiamenti.

5.     Educazione Culturale: Il teatro può essere un'importante risorsa educativa, fornendo esperienze culturali e artistiche che arricchiscono la vita delle persone. Le scuole possono beneficiare di visite guidate, spettacoli educativi e programmi interattivi che ampliano la prospettiva degli studenti.

6.     Impegno Positivo: La partecipazione a una scuola di recitazione offre ai ragazzi un'opportunità costruttiva per impegnarsi in attività creative e sfidanti. Questo può aiutarli a sviluppare una passione positiva e a sentirsi coinvolti in qualcosa di significativo.

7.     Sviluppo di Competenze: Gli studenti imparano a comunicare in modo efficace, a gestire emozioni, a lavorare in gruppo e a sviluppare la fiducia in se stessi - tutte competenze che possono essere trasferite nella vita quotidiana e professionale.

8.     Arti e mestieri: La "Bottega" è andata anche "Oltre" (e da qui si capisce che il nome "Oltre Generazioni" è di per sè un claim significativo), infatti ha preparato come in una scuola professionale, anche fonici, assistenti,  tecnici luce, e altri mestieri utili al lavoro di squadra. Ha permesso a chi studia in questi campi di mettere in pratica la teoria, e a chi ha manifestato interesse di avvicinarsi a questo mondo, non è poco ai nostri tempi.

9.     Mentorship e Supporto: Gli insegnanti di recitazione possono diventare mentori e figure guida importanti per i giovani, offrendo supporto e orientamento. Questa relazione può contribuire a mantenere i ragazzi motivati e a fornire un ambiente di apprendimento positivo.

10.     Alternative Costruttive: Fornisce un'alternativa costruttiva alle attività potenzialmente rischiose o negative che i giovani potrebbero incontrare per strada.

Giulio Carnevale