Un’amara uscita di scena per l’Italia agli Europei, ma come spesso accade nel nostro paese, nessuno si prende le sue responsabilità
La nazionale ha dato un pessimo esempio: svogliatezza in campo, mancanza di attaccamento alla maglia, mancanza di determinazione; una prestazione non solo sportiva ma anche umana terribilmente deludente

01 luglio 2024
L’Italia saluta mestamente gli Europei di calcio 2024 in Germania, sconfitta in modo clamoroso e meritato dalla Svizzera. A loro vanno i nostri più sinceri complimenti: hanno giocato con un atteggiamento esemplare, mostrando un calcio di qualità e una determinazione invidiabile. Hanno saputo mettere in campo cuore e testa, e per questo meritano il nostro rispetto e applauso.
Qualcuno dirà che è solo un gioco, ma non è così, è molto di più
Purtroppo, questa volta, i nostri giocatori hanno deluso. Siamo tutti stati umiliati da atleti strapagati, viziati, con acconciature all’ultima moda, più preoccupati dalla scelta del prossimo tatuaggio che della maglia che indossano. La nazionale ha dato un pessimo esempio: svogliatezza in campo, mancanza di attaccamento alla maglia, una prestazione non solo sportiva ma anche umana terribilmente deludente.
E le dichiarazioni dello staff tecnico con Spalletti in testa, del presidente della Federazione e di molti giocatori non hanno fatto che peggiorare la situazione. Invece di prendersi le proprie responsabilità, hanno cercato giustificazioni impossibili, incapaci di chiedere scusa e di dimettersi. Quando si fanno queste figuracce, la cosa giusta da fare sarebbe assumersi le proprie colpe e fare un passo indietro. Ma in Italia, purtroppo, sembra che nessuno abbia mai il coraggio di fare ciò.
Per l’Italia, invece, questa ennesima delusione è dura da digerire. Dopo l’esclusione dagli ultimi Mondiali, la fuoriuscita agli ottavi di finale in questo Campionato europeo rappresenta un’ulteriore ferita. Non è solo una questione di perdere una partita di calcio; è l’atteggiamento, la mancanza di determinazione e la scarsa voglia di lottare su ogni pallone che fanno più male. La nostra nazionale, quando gioca in competizioni così importanti, diventa un simbolo di riscatto per l’intera nazione. Oltrepassa l’evento sportivo e tocca il cuore di tutti noi italiani.
Qualcuno dirà che è solo un gioco, ma non è così, è molto di più
Durante i Mondiali e gli Europei, le partite della nostra nazionale sono momenti in cui ci sentiamo uniti, orgogliosi di essere italiani. Famiglie e amici si riuniscono davanti ai maxi schermi nei bar, negli oratori, creando un clima di fratellanza e amicizia. È un momento di riscatto sociale, soprattutto per chi affronta difficoltà quotidiane di ogni genere. Il calcio, in Italia, è molto più di una semplice partita: è una speranza, una fonte di ispirazione, un breve sollievo dalle tribolazioni della vita di tutti i giorni.
Purtroppo, questa volta, i nostri giocatori hanno deluso. Siamo tutti stati umiliati da atleti strapagati, viziati, con acconciature all’ultima moda, più preoccupati dalla scelta del prossimo tatuaggio che della maglia che indossano. La nazionale ha dato un pessimo esempio: svogliatezza in campo, mancanza di attaccamento alla maglia, una prestazione non solo sportiva ma anche umana terribilmente deludente.
E le dichiarazioni dello staff tecnico con Spalletti in testa, del presidente della Federazione e di molti giocatori non hanno fatto che peggiorare la situazione. Invece di prendersi le proprie responsabilità, hanno cercato giustificazioni impossibili, incapaci di chiedere scusa e di dimettersi. Quando si fanno queste figuracce, la cosa giusta da fare sarebbe assumersi le proprie colpe e fare un passo indietro. Ma in Italia, purtroppo, sembra che nessuno abbia mai il coraggio di fare ciò.
Questo Europeo ci lascia con l’amaro in bocca e una indicazione severa: il calcio italiano ha bisogno di un profondo rinnovamento, non solo tecnico, ma soprattutto morale e umano. Solo allora potremo tornare a sognare e a essere fieri dei nostri colori.
Giorgio Tondi
01 luglio 2024