Ex Impianto Saronio: il 2025 potrebbe essere l’anno della svolta

L’esercito conferma i fondi per dar via la fase di caratterizzazione volta a identificare le aree contaminate. Successivamente si potrà iniziare a ragionare sul recupero

L’ex impianto militare Saronio a Cerro al Lambro, celebre per la produzione di armi chimiche durante il regime di Mussolini, è destinato a un'importante trasformazione. Dopo anni di degrado e utilizzo come poligono di tiro, l’area vedrà nel 2025 l’avvio delle attività preliminari alla bonifica, segnando un punto di svolta atteso da tempo. Il piano di caratterizzazione, con un investimento complessivo di 680mila euro, ha l’obiettivo di individuare e mappare le zone inquinate nel sottosuolo. Secondo quanto reso noto dal sindaco di Cerro, Gianluca Di Cesare, l’esercito ha confermato la disponibilità delle risorse necessarie per dare il via a questo progetto, che rappresenta il primo passo per una bonifica completa dell’area. Il monitoraggio costante consentirà di avere un quadro preciso del livello di contaminazione, aprendo la strada alla fase successiva degli interventi. Tra i lavori previsti, figura anche la demolizione dei fabbricati presenti nel sito, tra cui svetta l’imponente arco in cemento decorato dall’aquila imperiale. L’area, ancora di proprietà del demanio, è da tempo al centro di un vivace dibattito sul suo futuro. In particolare, è stata avanzata l’idea di trasformare il sito in un museo della pace. Tuttavia, ogni ulteriore intervento e proposta di recupero potrà essere valutato solo dopo il completamento della bonifica, la cui tempistica ufficiale resta ancora da definire. Per ora, l’avvio delle attività preliminari alla bonifica, che dovrebbero quindi scattare nell’anno in corso, rappresenta il punto di partenza per ridare nuova vita a un sito dal passato controverso, trasformando una pagina oscura della storia in un’opportunità di rinascita per il territorio.