«Scriviamo insieme il programma» questo l’appello di Santo Minniti, candidato alla segreteria metropolitana del Partito Democratico

Il tour elettorale del Presidente del Municipio 6 fra i 100 circoli del territorio metropolitano passa da Peschiera Borromeo: «Non mi sento sfavorito»; Il 1 ottobre si vota

Santo Minniti, candidato alla Segreteria metropolitana del Partito Democratico

Santo Minniti, candidato alla Segreteria metropolitana del Partito Democratico

Santo Minniti in visita a Peschiera Borromeo

Santo Minniti in visita a Peschiera Borromeo

«Io alternativa per scegliere; non mi sento sfavorito»

Santo Minniti, classe 1984, presidente del Municipio 6 di Milano, ha annunciato la sua candidatura alla posizione di Segretario Metropolitano del Partito Democratico di Milano. Minniti si presenterà come un avversario diretto di Alessandro Capelli, il vice della segretaria uscente, nonché della deputata Silvia Roggiani. Questa candidatura assume grande importanza in quanto riguarda una posizione di rilievo all'interno del Partito Democratico di Milano e Provincia. Un ruolo influente nella gestione delle politiche e delle strategie da adottare per raggiungere gli obiettivi politici del partito. Minniti rappresenta una forza di opposizione all'interno del Pd di Milano. La sua candidatura, contro l’establishement  del Partito Democratico indica una volontà di portare nuove proposte e una diversa visione per il futuro del partito nella città, partendo dalla base, alla quale Santo Minniti si rivolge nel suo tour elettorale. Il suo appello ai circa 8000 iscritti dell’area metropolitana di Milano è quello di partecipare tutti insieme alla stesura del programma riportato nella mozione, che sarà sottoposta al voto nella giornata del 1 ottobre 2023. Sostenitore di Bonaccini alla segreteria nazionale del Partito Democratico, Minniti è un politico con grandi doti di ascolto, simpatia, intelligenza, abilità, dedizione democratica e passione, si pone come una spiccata figura di riferimento nella scena politica di oggi. Offre una prospettiva fresca e innovativa, impegnandosi attivamente a tradurre le esigenze della comunità in soluzioni concrete, uscendo dai soliti schemi egemonici dei grandi partiti, dove i veti incrociati, gli equilibri fra le correnti svilisce spesso lo spirito di servizio con cui ci si mette a disposizione della comunità. La sua grande capacità di ascolto gli permette di comprendere in modo autentico le diverse opinioni e di coltivare il dialogo costruttivo con tutti i membri della società, capacità affinata anche grazie al suo ruolo Istituzionale che lo porta quotidianamente a interloquire con le diverse sensibilità politiche e sociali del suo Municipio. Una mentalità aperta, Minniti da l’impressione di essere in grado di affrontare con successo le sfide complesse dell'odierno panorama politico. La sua capacità di pensiero critico e analitico, la sua esperienza, la conoscenza dei meccanismi fra gli organismi amministrativi ai vari livelli, gli consentono l'elaborazione di soluzioni innovative, contribuendo a plasmare un futuro di cambiamento positivo. Valorizza il pluralismo e promuove un sistema basato sulla partecipazione attiva dei cittadini, dove la trasparenza e l'integrità sono pilastri fondamentali.

Abbiamo incontrato Santo Minniti sabato 26 agosto a Peschiera Borromeo, e ci siamo fatti raccontare come intende da “Underdog” sovvertire i pronostici: «Lo decideranno gli iscritti al Partito Democratico, quelli che si iscrivono per dare il proprio contributo, quello che credono nei nostri valori e che si alzano presto per fare i gazebi ai mercati in mezzo alla gente, e nessun’altro. No non mi sento sfavorito», così risponde il neo candidato alla Segreteria del Pd a bruciapelo alla nostra prima domanda. L’annuncio della candidatura qualche giorno fa sui social è stato aspramente criticato da alcuni dirigenti storici del Partito Democratico i quali hanno parlato di spaccatura inopportuna per il congresso. Ma proprio il metodo che non è andato giù al Presidente del Municipio 6: «La candidatura di Capelli non è frutto di un percorso costruito con la base, ma bensì di una decisione presa a tavolino dai cosiddetti capocorrente. Non mi sento uno che divide, anzi penso che i nostri valori democratici vadano salvaguardati. Io sono un'alternativa per scegliere. La condivisione con gli iscritti è alla base del mio modo di vedere la politica sul territorio», spiega Minniti.

«Mi rendo disponibile per contribuire alla creazione di un Partito Democratico che abbia un ruolo di protagonista e che sia in grado di influenzare le decisioni amministrative dei Comuni della Città Metropolitana, a cominciare da Milano – continua Minniti -. Questo desidero realizzarlo basandomi sulla mia personale esperienza. Per me, la politica rappresenta sempre servizio, ideali e comunità. Quindici anni fa, ho cominciato la militanza nel Partito Democratico. Il Pd non è solo fatto di dirigenti, comunicati stampa e accordi, ma soprattutto è una comunità di iscritti e sostenitori, di circoli, di amministratori locali e di eletti che credono fermamente nel profondo significato del fare politica. Ed è proprio questa convinzione che mi ha spinto ad iscrivermi al circolo Pd Giambellino, situato in un quartiere difficile ma straordinario. Il mio legame con questo circolo è stato un vero e proprio colpo di fulmine. Qualche anno dopo, da giovane segretario di quel circolo, ho provato a mettere in pratica la mia idea di politica: cambiare nel miglior modo possibile la comunità. In quel quartiere popolare della periferia milanese, ho capito cosa volessi fare. Nel 2016 sono stato eletto Presidente del Municipio 6 per una manciata di voti, e rieletto dopo 5 anni di governo con il migliore risultato tra le periferie di Milano. Mi candido perché questo Partito è diventato la mia seconda famiglia, ma lo vedo frenato e con poco coraggio. Con la mia candidatura, intendo garantire che il Partito Democratico si dedichi alla promozione di politiche che rispondano alle vere esigenze dei cittadini, che siano in sintonia con le loro preoccupazioni e che pongano al centro le comunità locali. Mi impegno a lavorare affinché i Comuni della Città Metropolitana, a cominciare da Milano, siano guidati da decisioni amministrative che mirino a migliorare le condizioni di vita di tutti i cittadini, in particolare quelli che vivono nelle zone più svantaggiate come i quartieri con case popolari fatiscenti. Per fare ciò, sarò un punto di riferimento per la comunità di iscritti e al contempo collaborerò strettamente con gli amministratori locali e gli eletti del Partito Democratico. Contribuirò a creare una vera e propria rete di sostegno, in cui ognuno potrà esprimere le proprie idee, le proprie preoccupazioni e le proprie proposte.
Se eletto intendo tenere ogni anno una grande conferenza programmatica metropolitana dove il confronto fra la base deciderà le politiche sul territorio. Questo momento sarà fondamentale per sviluppare politiche progressive e inclusive, che tengano conto delle sfide attuali e future, come la crisi abitativa, la disoccupazione e l'accesso ai servizi pubblici. Oggi, l'impegno per una città metropolitana che vada oltre i confini di Milano è ancora più urgente. Le sfide che ci attendono sono numerose: dobbiamo affrontare i problemi legati all'urbanizzazione, all'inquinamento, alla povertà e all'immigrazione. Solo lavorando insieme, partendo dalle basi dei circoli politici, saremo in grado di affrontare efficacemente queste sfide e garantire un futuro migliore per tutti i cittadini. Ho fiducia che, lavorando insieme e mettendo al centro i valori della democrazia, riusciremo a costruire una città metropolitana forte, unita e inclusiva. Sarà un lungo percorso, ma un percorso che vale la pena affrontare per il bene di tutti i cittadini».

«Il sindaco di Milano non può essere anche il sindaco metropolitano. Si crea una sorta di conflitto di interessi. Accade infatti che non ci sia stata grande confronto per la questione trasporti e Area B con i comuni dell’Area metropolitana» conclude Santo Minniti.  

In un'epoca in cui molti sono alla ricerca di una ricetta per far tornare le persone a votare, Minniti si candida come una guida autentica dotata di una visione costruttiva, emana una fresca e coinvolgente energia. La sua passione per il servizio pubblico è evidente e la sua dedizione allo sviluppo sostenibile, all'innovazione e all'inclusione sociale rappresentano uno slancio per un futuro migliore. Con una personalità frizzante e una reale predisposizione alla leadership, il giovane politico è pronto a portare avanti la propria missione di creare un'azione positiva e significativa per la comunità. La sua presenza è un segno di speranza per i giovani e un incoraggiamento per tutti coloro che credono nel potere di un'azione politica autentica e inclusiva. Per farlo si pone contro il sistema del suo stesso partito, oggi non è cosa da poco.

Giulio Carnevale