Giorno del Ricordo, lettera dell’ANPI Paullo a 7giorni: «Noi diamo seguito alla Legge nel passaggio "la più complessa vicenda del confine orientale"»
La risposta di Giulio Carnevale: «Nel periodo del 10 febbraio, essere chiamati a proferire discorsi pubblici, in momenti Istituzionali, senza la partecipazione degli esponenti delle associazioni della diaspora giuliano dalmata, è un ulteriore tentativo di infoibare la verità»

"La verità non sta in silenzio" opera di Carla Bruschi In fondo all'articolo- l'opera completa
Giorno del Ricordo 2024 a
Paullo
Signor Direttore, sono Renato Castelli, presidente di ANPI Paullo. Le scrivo in
merito all'articolo apparso sul vostro giornale riguardante la commemorazione
del Giorno del Ricordo a Paullo nell'intento di fare alcune precisazioni. ANPI,
nell'intervento non concluso nell'intento di non provocare ulteriore divisione
visto il clima che si era formato in sala, dava seguito a quella parte della
legge di Istituzione della Giornata del Ricordo dove dice, oltre alla questione
delle foibe, di conservare e rinnovare la memoria per "la più complessa
vicenda del confine orientale". Se gli esponenti e i militanti di FdI
fossero rimasti in sala, l'avrebbero ascoltato e sarebbe stato bello magari
sentire un loro parere anche su questa vicenda, ma purtroppo questo argomento
gli è particolarmente ostico ed evidentemente di questo non ne vogliono sentir
parlare. Nella stessa direzione andava la mostra citata nell'articolo che si è
svolta lo scorso anno, ma anche in quella occasione abbiamo letto pareri di
persone che sicuramente non hanno visto la mostra e nemmeno assistito alla sua
presentazione, visto le inesattezze che abbiamo letto nei loro commenti. Se
fossero rimasti in sala, avrebbero ascoltato che oltre al nostro c'è stato un
altro contributo della sez. Combattenti e Reduci di Paullo, molto probabilmente
quell'intervento sarebbe stato di loro gradimento, ma tant'è, la loro
intenzione era chiaramente quella di una presa di posizione eclatante. A fronte
di tutto questo: difficile trattenermi dal rimandare al mittente la loro
affermazione di giornata usata per passerella elettorale, se questo è stato, lo
è stato sicuramente più da parte loro con questa decisione spettacolare di
dissenso. Di fatto, recandosi poi a rendere omaggio alla via dei Martiri delle
Foibe in modo autonomo, hanno mostrato di non voler aderire all'iniziativa del
Sindaco e delle Associazioni d'Arma che hanno fatto seguito al momento vissuto
in Sala Consiliare recandosi sul posto in forma istituzionale. Altro discorso quello
delle testimonianze degli Esuli Fiumani, mi aspetto che in futuro possa
avvenire in un ambito di rievocazione storica della complessità della
situazione, magari insieme ad uno storico che ci dia una visione completa della
questione dei confini orientali così com'è richiamato dalla legge. Cordiali
saluti.
Risponde il vicedirettore Giulio Carnevale
Sig. Castelli, non vogliamo entrare nelle polemiche
politiche, ognuno è responsabile di quello che afferma. Quello che posso dirle
è però che troviamo singolare che l’ANPI di Paullo voglia dare seguito alla parte della
legge che cita "la più complessa vicenda del confine orientale"
quando c’è voluta proprio quella Legge per squarciare il vergognoso oblio che era
stato calato colpevolmente sulla tragedia dei nostri connazionali di Istria
Fiume e Dalmazia (non solo di Fiume).
La Legge 92 del 30 marzo 2004 parla anche di dare
vita a momenti di commemorazione e di dibattito all’interno delle scuole, sulla
tragedia dei Martiri delle Foibe, purtroppo non trova applicazione in tutto il paese. La storia è stata infoibata
insieme al ricordo, oggi è il momento di smetterla di giustificare orrendi
crimini con ricostruzioni di parte avvenute per troppo tempo. Parlare di quella vicenda con degli storici? Conosciamo i terribili crimini del regime fascista, gli orrendi crimini del
regime nazista, eppure sui libri di storia non c’era traccia delle Foibe e dei
crimini del sanguinario regime comunista di Tito. Come esempio la storia del
meccanico Angelo Adam, ebreo sopravvissuto a Dachau ma ucciso dalle truppe di
Tito.
Ebreo, italiano di Fiume, già legionario con Gabriele d’Annunzio, poi antifascista confinato a Ventotene, dopo la caduta del fascismo e l’armistizio Angelo a 45 anni entra nella Resistenza, diventando membro del Cln cittadino. Catturato dai tedeschi e deportato a Dachau il 2 dicembre 1943, con il numero di matricola 59001, riesce miracolosamente a sopravvivere al lager.
Tornato a Fiume, trova una città occupata dalle truppe di Tito, con un clima di terrore e una comunità ebraica ormai dispersa. In nome dei suoi ideali autonomisti, Adam prova a riannodare il contatto con gli amici partigiani, antifascisti e sindacalisti, tentando di mantenere un filo diretto con il vertice del Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia. All’inizio di dicembre del 1945, gli sgherri di Tito si recano a casa sua e lo prelevano con la forza assieme alla moglie Ernesta Stefancich, per la colpa di essere italiano e autonomista e quindi un potenziale oppositore del partito comunista jugoslavo, come tale da eliminare.
Quando la figlia diciassettenne Zulema chiede alle autorità notizie sui genitori, sparisce nel nulla anche lei. I tre corpi non sono mai stati trovati. Probabilmente sono finiti in una foiba.
Sarebbe bello vedervi alle tante iniziative che gli esuli e
i loro discendenti organizzano in numerose amministrazioni pubbliche sensibili
al tema, venite a confrontarvi senza paura, il dialogo franco e sincero è una
ricchezza per la nostra comunità (Domenica 18 febbraio a Colturano sarò fra i relatori di un evento nel quale interverranno aluni esuli, la invito ufficialmente). Purtroppo a Paullo questi eventi non si
possono tenere in modo Istituzionale, nonostante le numerose offerte di
collaborazione che associazioni prestigiose come l’ANVGD e il Comitato 10
Febbraio hanno inoltrato al Sindaco, alla Giunta e all’Ufficio Cultura. In
Italia, al contrario di quello che è successo in Istria e Dalmazia, c’è la
democrazia, quindi potete raccontare e fare quello che volete, nessuno ve lo vieta. Ma inaugurare
Mostre “giustificazioniste” ed essere chiamati a proferire discorsi pubblici in momenti Istituzionali, senza
la partecipazione degli esponenti delle associazioni della diaspora giuliano
dalmata, nel periodo del 10 febbraio, quando gli italiani per bene, commemorano
la tragedia dei loro fratelli e piangono i propri morti è un ulteriore
tentativo di infoibare la verità: sminuire la portata della tragedia,
giustificare gli eccidi a guerra finita. Se avesse occasione di rileggere i
discorsi proferiti nel Giorno del Ricordo dei nostri Presidenti della
Repubblica, Ciampi, Napolitano, Mattarella, potrà rendersi conto di quanto il Comune di Paullo con
il suo muro ideologico sull’argomento si ponga fuori dalla storia nazionale.
«I tentativi di oblio, di negazione o di minimizzare sono un affronto alle vittime e alle loro famiglie e un danno inestimabile per la coscienza collettiva di un popolo e di una nazione», Sergio Mattarella Presidente della Repubblica, 9 febbraio 2024. Discorso completo.
Giulio Carnevale
Vicedirettore

"La verità non sta in silenzio" opera di Carla Bruschi