Expo 2015, una grande sfida
Il commento di Padre Giuseppe Paparone, sull'inaugurazione dell'esposizione universale

03 maggio 2015
Finalmente ci siamo. L’expo è decollata: i gufi, i disfattisti e i pessimisti di ogni
genere non hanno vinto, l’Italia ha dimostrato di avere molte più risorse
positive di quanto essa stessa crede e più di quanto i media, in genere, non
lascino intravedere.
Sono molto contento perché qualcosa di
buono si sta realizzando, si può realizzare. Sono contento perché dobbiamo
sempre gioire del bene che si riesce a concretizzare, da qualunque parte esso
venga. Sono contento in modo speciale per questo
straordinario evento mondiale, che dona a tutti la possibilità di
riflettere, aiutati da tante competenze mondiali, sul tema prioritario,
basilare della alimentazione e della sostenibilità dei nostri sistemi produttivi.
Possiamo, insieme, se vogliamo, in questa occasione, fare un esame di coscienza
globale, sia a livello comunitario che personale, sul modo in cui utilizziamo,
consumiamo, sprechiamo o condividiamo i beni primari del cibo, dell’acqua, dell’aria,
beni indispensabili a tutti e che non dovrebbero per nessuna ragione essere
appannaggio di una sola parte a discapito di altri.
Condividiamo tutti la
stessa natura umana, con le stesse esigenze, e dobbiamo necessariamente
condividere ciò che a questa natura
è necessario. Penso che ognuno di noi, alla luce di queste riflessioni,
potrebbe
dare il proprio contributo alla buona riuscita di questo evento. Penso
che
ognuno di noi dovrebbe documentarsi e lasciarsi accompagnare a
individuare modi
concreti e personali per poter partecipare positivamente. Qualcuno ha
lavorato
duramente per noi, per anni; oggi ci viene data la possibilità di fare
qualcosa, anche noi, a livello personale. Anche un mezzo di divulgazione
come
questo giornale può essere uno strumento utile per suggerire azioni e
comportamenti individuali efficaci. Purtroppo, noi, in genere, ci
lamentiamo di chi fa e ci
aspettiamo che tutto avvenga sempre al meglio per il nostro benessere e
per le
nostra comodità. Questa volta cerchiamo di non aspettarci semplicemente e
ingenuamente di ricevere qualcosa, cominciamo noi a dare il nostro
contributo
personale.Il mio ragionamento riguarda senz’altro tutti, atei e
credenti, ottimisti e pessimisti: una qualità dignitosa di vita per
tutti i popoli viene prima di ogni specificazione culturale, ideologica,
religiosaMa ai credenti, come sacerdote, devo rivolgere l’invito
a una considerazione ulteriore, perché chi crede nel Dio della Bibbia sa
che il
creato è stato pensato per l’uomo e all’uomo è stata affidata la sua
custodia e
il suo sviluppo e ne è quindi responsabile. Che l’EXPO possa diventare
una
occasione preziosa per prenderne coscienza e agire di conseguenza.
fra Giuseppe
fra Giuseppe
03 maggio 2015