Avvistato un grande squalo bianco a Maiorca, primo in 40 anni. Nel 1979 nel Salento fu catturato uno degli squali bianchi più grandi del mondo
Lo ha filmato che un gruppo di conservazione della fauna selvatica intorno all'arcipelago di Cabrera

Malta – Il 17 Aprile 1987 un piccolo peschereccio ‘aggancia’ uno squalo bianco (Carcharodon carcharias). Con l’aiuto di un secondo natante, l’animale è trinato verso riva. Sezionato, dal pesce escono un delfino, una tartaruga marina e un altro squalo. Al momento della misurazione sorpresa e meraviglia: 7,14 m vale a dire quasi un metro in più di quello catturato a Castillo de Cojimar (Cuba), nel maggio del 1945 ( 6.40 metri) che ne fa il più grande esemplare mai pescato.
Lungo le coste italiane – Malta, ma anche Sicilia, Jonio e Adriatico mari dei quale i grossi “bianchi” hanno sempre incrociato le acque. Nel 1979 a Gallipoli (LE) sulla banchina del porto fa bella mostra uno squalo bianco di 6,20 metri, 20 cm in meno rispetto a quello cubano mentre, il 3 ottobre 1909, nei pressi di Rovigno (Istria, allora Impero asburgico) un peschereccio issò a bordo una bestia di 6,60 metri. Altri animali di dimensioni ragguardevoli sono stati spesso avvistati nello Stretto di Messina e nelle acque intorno a Favignana e Marettimo durante la “mattanza dei tonni”. Pare infatti che l’agitazione dell’acqua, il terrore dei tonni e il sangue che scorre alla chiusura delle reti siano elementi sufficienti ad attirare grossi predatori.
I “cagnazzi” di Trieste Il record di squali cacciati nel Mediterraneo lo deterrebbe Trieste, con significative catture di Carcharodon carcharias avvenute tra il il 1872 e il 1909. Anche nel porto Adriatico, infatti, operavano tonnare e i “cagnazzi” (come usavano chiamarli i pescatori giuliani) facevano capolino nel corso della caccia al tonno.
L’ ultimo avvistamento di un ‘bianco’ risale al 24 maggio 2018, a largo al largo all'isola turistica tunisina di Djerba a sud della Sicilia.. Il video dello squalo catturato, disponibile in rete, è una suggestiva testimonianza del fascino, dell’imponenza e nel contempo della fragilità di animali sempre più vittime dell’ignoranza popolare. E’ bene ricordare come queste creature siano non un pericolo, bensì una componente essenziale del millenario rapporto tra i popoli mediterranei e l’elemento marino.
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