L'impatto ambientale della refrigerazione e le soluzioni per un futuro più sostenibile

Industria e questione ambientale si stanno negli ultimi anni sempre più incrociando, vista l’urgenza di cambiamenti radicali nella produzione per garantire la sopravvivenza del Pianeta. Qualsiasi tipo di processo infatti, da un po’ di tempo a questa parte, deve considerare l’aspetto della sostenibilità, provando a rispettare standard e linee guida man mano sempre più stringenti. Abbattere l’inquinamento del comparto industriale è essenziale per vedere l’alba di un nuovo futuro, per questo la tecnologia si sta concentrando sulla ricerca di soluzioni per limitare i danni provocati in questo ambito, che nonostante i numerosi svantaggi che comporta, risulta ancora fondamentale per la vita dell’uomo. Nel campo a provocare importante impatto sull’ambiente sono anche i refrigeratori industriali, per i quali si sta già cercando da un po’ alternative innovative ed eco-friendly, puntando per esempio su sistemi capaci di abbassare sempre più i consumi di energia.

Refrigerazione commerciale, alcuni dati

Nonostante si stata avviata un’importante azione per contrastare le conseguenze ambientali dei refrigeratori, stando all’Economist Intelligence Unit, a livello globale questo mercato incontrerà nei prossimi 10-15 anni una crescita esponenziale, per ragioni che vanno ricercate proprio nel cambiamento climatico, ma anche nella forte urbanizzazione. Considerato un simile sviluppo di domanda, bisogna correre ai ripari cercando di accontentarla senza dare adito a ulteriori emissioni, puntando verso un raffreddamento più efficiente e rispettoso del clima. Le imprese giocheranno un ruolo importante in questo processo, così come cittadini e istituzioni. L’Unione Europea ha, tra i suoi obiettivi, quello di ridurre le emissioni di gas serra del 50% entro il 2030, e trovare una soluzione in grado di innovare i vecchi impianti di refrigerazione commerciale, installati in supermercati e in centri di stoccaggio, si rivela quanto mai urgente. Nuove tecnologie e adozione di refrigeranti naturali risulterebbero le soluzioni più accreditate, anche se in Italia tanti impianti impiegano ancora gli F-Gas, sostanze che contribuiscono ad aumentare l’effetto serra, rilasciando oltre il 54% delle emissioni derivanti da processi produttivi. Tra gli interventi in programma sul continente, la direttiva Ecodesign funzionale a ridisegnare, sin dalle prime fasi di progettazione, prodotti di uso comune, inclusi i refrigeratori industriali, per renderli più efficienti dal punto di vista energetico. Non solo: in cantiere anche il Regolamento F-gas, che impone in futuro il divieto d’uso di gas refrigeranti ad alto impatto ambientale.

Efficienza energetica e tutela ambientale

Rispettare il Pianeta senza al contempo rinunciare all’efficienza è possibile, e lo dimostrano i compressori centrifughi a lievitazione magnetica che permettono di raggiungere rendimenti elevati, riducendo al contempo l’emissione di CO2 nell’aria. Non possedendo attrito, i cuscinetti magnetici rendono più longevi i refrigeratori industriali, grazie all’assenza di superfici soggette a usura meccanica, e anche questo rappresenta un vantaggio importante per l’ambiente, visto che non dovranno essere smaltiti nel breve periodo. Tante tecnologie stanno puntando sul recupero energetico, con l’inserimento nei refrigeratori di batterie di scambio termico per recuperare il calore smaltito durante il funzionamento, che altrimenti finirebbe disperso direttamente all’esterno. Prestazioni elevate e risparmio possono essere garantiti anche dai sistemi refrigerazione free cooling, nuova frontiera dell’innovazione e della sostenibilità nei processi di raffreddamento, che consentono la produzione di acqua fredda in periodi medio/freddi, a costi decisamente contenuti. L’efficienza energetica è strettamente correlata alle emissioni: se è ridotta infatti, provoca un maggiore assorbimento di energia elettrica, la quale si traduce in maggiori emissioni indirette di gas effetto serra nell’ambiente.

Refrigeranti naturali

Come detto, si sta tra le altre cose puntando su gas refrigeranti naturali per il funzionamento dei refrigeratori industriali. Gli effetti indotti da prodotti ozonolesivi come CFC e HCFC, o di altri a elevato potenziale di riscaldamento globale come alcuni HFC, hanno fatto prendere coscienza di quanto un cambio di rotta sia necessario. Basso impatto ambientale ce l’ha la CO2, anche se la sua adozione deve per forza di cose andare di pari passo con la realizzazione di nuovi impianti, essendoci elevate pressioni in gioco durante il suo utilizzo. A influire sull’efficienza di questo gas sono però le condizioni climatiche del sito in cui viene installato. Fluido refrigerante considerato naturale anche l’ammoniaca (NH3), che garantisce elevata efficienza energetica ed è perfetta per conservare alimenti nelle celle frigorifere di 2001 Refrigerazione grazie alle sue proprietà termodinamiche, avendo un impatto praticamente nullo sull’ambiente. Per la manutenzione delle installazioni che si servono di questo gas, è necessario coinvolgere personale qualificato. Esiste anche un refrigerante ecologico, denominato R723, che miscela per il 60% ammoniaca e per il 40% etere dimetilico. Gas incolore, liquefatto, con odore acuto, ma soprattutto sostenibile perché non impoverisce lo strato di ozono né influisce sull’effetto serra. Ad affermarsi come soluzione relativamente economica e con i giusti requisiti in termini di impatto ambientale gli idrocarburi, di forte interesse per il comparto di refrigerazione perché non contengono né fluoro né cloro, rendendoli equiparabili e persino migliori dei refrigeranti HFC o HCFC in buona parte delle applicazioni. Di questi fanno parte propano, isobutano e propilene. Possono essere impiegati sia in nuovi impianti dimensionati per il loro impiego, sia in installazioni più datate.